Oggi è l’ultimo giorno di La storia in piazza e tra le tante cose che mi sarebbero interessate ho deciso di andare all’incontro con Alberto Manguel, La biblioteca dell'ebreo errante si intitolava il suo discorso. Era un discorso scritto e questo gli ha permesso di leggerlo nella nostra lingua, molto bello (molto bello è per il discorso ma anche per il fatto che non ci fosse la traduzione simultanea, la traduzione simultanea, ma anche quella frase per frase, a volte è una benedizione ma bisogna riconoscere che un po’ disturba nel lasciarsi andare all’ascolto, almeno, a me succede così). Manguel ci ha portato in giro tra i suoi pensieri e tra i suoi ricordi, ci son stata bene. Poi, quando ha finito, mi son meravigliata del fatto che fosse già finito, ho guardato l’ora e mi son data dell’egoista, mi son detta Che egoista che sono, dovrà ben mangiare.
“I libri sono l’invenzione più utile, più pratica e più concreta per trovare se stessi e gli altri” (io lo virgoletto perché stranamente oggi avevo con me carta e penna, ci sono buone probabilità che sia stato detto proprio così, poi, se non è così, beh, così mi è arrivato)
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