domenica 27 aprile 2014

tre pensieri


Le barbe dei frati da lavare son proprio noiose, son piene di terra e con un lavandino ci si mette del tempo. Sarebbe meglio averne due, cioè uno con due vasche. Mentre le lavavo pensavo Ma che cosa mi è venuto in mente ieri? Però da mangiare son buone. Oggi con loro ho fatto il risotto, me lo sono proprio gustato. È piaciuto anche a Daniele. Lui non le conosceva quando le ha viste in frigo pensava che avessi comprato delle alghe. I gatti invece pensavano che fosse erba gatta e se ne sono mangiate un po’, da crude

venerdì 25 aprile 2014

anche


Secondo me le pulizie di Pasqua vengon bene anche il 25 aprile. Vengon bene è un po’ esagerato, forse è meglio dire che si possono fare anche il 25 aprile. 

mercoledì 23 aprile 2014

martedì 22 aprile 2014

nostalgia


Io, quando sono qua, in questa città che mi fa sentire a casa anche se io qua non ci abito, sto bene. E quando vado in giro qua mi sembra che non mi possa succedere niente di brutto. E mi sembra che le persone che vivono qua, che incontro andando a fare la spesa, comprando il biglietto per una mostra, salendo sul vaporetto, siano tutte molto gentili. Ed è una cosa stranissima dal momento che ultimamente son diventata molto diffidente e spesso mi trovo a pensare cose mica tanto carine del prossimo, cose che, quando me ne rendo conto, mi dispiaccio anche di averle pensate. Io qua mi sento bene dentro, mi vien da sorridere di più e da non arrabbiarmi. E sul non arrabbiarmi potrei anche spiegarmelo, potrei dirmi Sfido che non ti arrabbi, con chi e perché ti dovresti arrabbiare che la maggior parte del tempo fai quello che vuoi? Ma sul sorridere di più non so darmi risposta. Ieri pomeriggio mi son vista riflessa in una vetrina, ho visto una donna mezz’età con un bel po’ di chili extra che sorrideva. E vedendomi ho pensato Sarebbe il caso di perdere qualche chilo, ma senza diventar triste, così come se la cosa fosse solo un proposito nato dalla costatazione di un dato di fatto. Io qua mi sento bene anche fisicamente. Dormo bene, per esempio, senza svegliarmi durante la notte. Ho dormito qua cinque notti, quando mi svegliavo era sempre un’ora compresa tra le sette e mezza e le nove. Non mi sono mai svegliata vedendo l’orologio che faceva le tre o le due o le cinque. Mi sembra anche che mi siano diminuite le occhiaie. Che le occhiaie son di famiglia, chi più chi meno tutte le donne del ramo materno hanno le occhiaie, io non faccio eccezione.
E adesso si torna indietro sperando che gli effetti benefici di questa vacanza rimangano per un pochino. E va bene così che ho nostalgia dei miei tre portatori di Y, un bipede e due quadrupedi. E poi tornerà la nostalgia per questa città e per come sto quando sono qua e allora cercherò di fare in modo di tornare in stazione e dire Buon giorno, un biglietto per Venezia Santa Lucia andata e ritorno.

venerdì 18 aprile 2014

traduzioni


I wish – Gavaria caro

(a me sentire delle traduzioni così belle commuove)

giovedì 17 aprile 2014

un buon inizio


Bon, finito, quello che dovevo assolutamente fare prima di Pasqua l’ho fatto. Adesso posso, a tutti gli effetti, sentirmi in vacanza. Sarebbe bello anche che mi mettessi a dormire ma, come mi capita spesso, se passa l’una e non dormo ancora mi passa il sonno. Stanca son stanca ma l’idea di dormire adesso non mi va, e pensare che alle undici prendevo a craniate la scrivania pur di rimanere concentrata su quello che stavo facendo. Son fatta su in una maniera ben strana. Magari chiudere la luce potrebbe essere un buon inizio per far tornare la voglia di dormire. 

domenica 13 aprile 2014

Aglio


Ieri ho cambiato il nome a Mozzarello. È successo per caso e poi è successo che abbiamo deciso che quel nome gli rimarrà, come secondo nome. Un nome da usare solo quando serve.  Lui continuava a ratellarsi con Emir, uno di noi due si alzava, andava lì e lui smetteva. Poi, appena nessuno lo guardava tornava ad attaccarlo. Allora son andata lì e gli detto Ma la vuoi piantare. Sei cattivo, sei più cattivo dell’aglio. Che poi dipende perché prova a far le vongole, o le cozze, o i funghi, o le melanzane senza usare l’aglio, vengon mica bene come quando l’aglio ce l’hai. Comunque oggi quando faceva gli attacchi a Emir gli dicevo, o meglio gli urlavo, Aglio, la piantiamo. E a Daniele veniva da ridere. 

palude


Mi è stato chiesto di dire che cosa ne penso di un articolo. Avevo due giorni per accettare o rinunciare, mi avrebbero dato dieci giorni da quando accettavo. Ho accettato sabato scorso. A me non piace molto dire che cosa ne penso di che cosa scrive un altro. Leggere e farmi un’idea sì, dire che cosa ne penso meno, molto meno. Diciamo pure no, non mi piace. Un po’ ci ho lavorato il fine settimana scorso, durante la settimana l’ho riletto e mi sono guardata altri articoli sull’argomento. Ieri mi ci sono rimessa. È leggendo quel lavoro che mi sono imbattuta nella Han population, che eran Cinesi lo si capiva ma ieri sono andata a vedere un po’ meglio anche per capire bene la differenza tra quel lavoro e altri lavori simili sempre su popolazioni cinesi. E usando quella specie di enciclopedia da computer, che a me non piace per niente ma devo riconoscere che come punto di partenza è utile, ho visto una cartina, c’era scritto che per capire dove vivono dovevo guardare la zona verde palude. Di zone verdi ce ne erano due, una enorme e una piccolissima che ho notato solo ingrandendo la cartina. E a me  quel palude sembrava ancora più strano guardando la cartina che leggendo. Forse perché io una palude vera non l’ho mai vista. Il verde marcio lo conosco bene, il verde palude l’ho conosciuto ieri. Chissà il verde marcio come si chiama in altre lingue, magari per qualcuno verde palude è normalissimo e verde marcio suona strano.