mercoledì 27 novembre 2013

martedì 26 novembre 2013

on - off

La scorsa settimana qua c’era lo sciopero dei lavoratori dell’AMT e così in quei giorni, per andare a lavorare e per tornare a casa, ho preso il treno, quando c’era, o meglio, quando non aveva dei ritardi tremendi che non ha senso aspettare cinquanta minuti un treno per fare cinque minuti di tratta. Due volte invece ho preso il taxi insieme a colleghe incontrate sulla pensilina, anche loro con dei problemi a iniziare a lavorare un’ora dopo il previsto. Nella stazione di Sturla, su un muro del sottopassaggio, c’era una scritta, mezza cancellata, avevano messo una macchinetta per timbrare i biglietti e pitturato il pezzo di muro vicino, si leggeva, scritto tutto in stampatello maiuscolo spegni l’iPho, e poi sotto, accendi la rabb.

lunedì 25 novembre 2013

parlo con i virus


Ho il raffreddore, tanto, e una febbrina stupida, di quelle che non te la senti di startene a casa ma che qualsiasi cosa decidi di fare ti costa fatica doppia. Questa sera ho fatto un esperimento: un’intera busta di vellutata carote e patate con dentro una quantità di grana che l’ha resa semisolida, un’aspirina, mandarini (così ho aggiunto della vitamina C). Adesso, sempre ammesso che si riesca a dormire respirando unicamente dalla bocca, provo a dormirci su. Parlarle le ho parlato, Senti pseudoinfluenza, le ho detto, o vieni fuori come si conviene a una vera influenza o te ne vai. Le mezze cose non mi son mai andate troppo a genio. 
(Ho parlato spesso alle cellule e ai batteri, vediamo come me la cavo con i virus)

domenica 24 novembre 2013

l'irrazionale


Rappresento una minaccia per te, vero, amico mio? disse l’uomo alto. A te piacerebbe che il mondo fosse coerente e razionale, no? Non ti interessano i grandi rabbini colmi di poesia e contraddizioni. Ma nel profondo di noi esiste anche l’irrazionale. È la nostra energia motrice, il nostro demone creativo. Pensi che possiamo conoscere il mondo solo sulla base dell’osservazione e della deduzione logica? No, mio buon amico. Nella tua vita non ti è capitato di incontrare qualcuno che descriva le proprie esperienze per immagini anziché per ragionamenti, che parla di cose che non corrispondono a nessuna realtà visibile? L’irrazionale ci rende completi.
Il libro delle luci – Chaim Potok – trad. Mara Muzzarelli – pag. 39

scoperta


C’è qualcuno che ha scoperto che a star sull’ardesia sopra i caloriferi vien su del caldo.

venerdì 22 novembre 2013

i raccontatori di storie


I raccontatori di storie non inventano quello che vogliono, devono attenersi a quello che dice la storia. E a un raccontatore non si può chiedere: “Ma è vera la tua storia? è veramente successo così?”, perché sarebbe una grande offesa. Loro raccontano esattamente quello che dice la storia, non quello che s’inventano loro.
Narratori delle pianure – La città di Medina Sabah – Gianni Celati – pag.79

vediamo oggi

Domenica scorsa ho sentito un pezzetto di Luca (San) che, ammesso che abbia capito giusto, diceva che bisognerebbe lavorar tranquilli. Mi piaceva quel pezzetto, mi piace l’idea che lavorar tranquilli è una cosa giusta. Quasi quasi la provo a far mia, mi dicevo mentre tornavo a casa. Adesso mi è tornato in mente. Ci son mica riuscita io a lavorar tranquilla in questi giorni. Vediamo se almeno oggi ci riesco.

giovedì 21 novembre 2013

a volte


Questa mattina vicino a me, a prendere il caffè, c’era un papà con suo figlio. Il bambino, avrà avuto cinque anni, si volta di scatto e mi pesta un piede così mi è venuta voglia di  far conversazione. Stava mangiando un chiupa chiups, gli ho chiesto a che gusto era e lui per rispondermi me l’ha offerto. No grazie, gli ho detto, ero solo curiosa di sapere a che gusto è. Non mi ha risposto, io gli ho sorriso e bon la cosa sembrava finita lì. Non tutti hanno voglia di far conversazione con gli estranei. Dopo poco mi sento tirare una manica, mi mostra un pacchetto di biscotti e poi indica suo papà. Hai un bravo papà, ti ha regalato anche i biscotti, gli dico. Lui mi guarda, ci pensa su e poi mi dice A volte.

lunedì 18 novembre 2013

spremitura


Se non si è Omero, per scrivere di Troia bisogna esserci stati. Sopra quei binari di allora, conta averci viaggiato a sensi spalancati. Si concede alla parola “esperienza” una saggezza che non possiede. Esperienza è casaccio di incontri nella pressione che la storia maiuscola esercita sulle minuscole. Israel Joshua Singer proviene da questa spremitura.
(Il fratello maggiore – di Erri De Luca – in “La stazione di Bakhmatch” di I. J. Singer)

domenica 17 novembre 2013

Tirolo e Genova (poi dicon che son luoghi comuni)


Oggi, in realtà anche ieri, mi son fatta dei regali. Ieri: parrucchiere (strano ma vero, son passati solo nove mesi dall’ultima volta), dei calzini e dei libri. Oggi: dei tulipani gialli, un salamino, un pezzo di formaggio di malta  malga (la spesa era già fatta, sono un di più, una specie di coccola che solo le persone che aman mangiare possono capire) e delle pastine (che è domenica, fanno festa). E al banco del Tirolo, che c'era in piazza Matteotti, sommando il salamino stagionato e il formaggio spendevo sette euro e trenta e il ragazzo, dopo aver fatto il conto ad alta voce, mi ha detto Facciamo sette. Io non gli avevo chiesto niente, son stata contenta, Grazie gli o detto e poi ci siamo augurati buona domenica. Dal pasticciere invece spendevo dieci e settantotto. Ha moneta? Mi ha chiesto la cassiera, Controllo le ho risposto. Mi son messa a contare e le ho detto Arrivo a settantacinque. Allora le farò tre centesimi di sconto mi ha risposto.

mercoledì 13 novembre 2013

automatismi


Questa mattina ho preso dal comodino occhiali, libro e cellulare ma poi nella borsa ho messo il libro e gli occhiali mentre il cellulare l’ho messo nella custodia degli occhiali. Non si chiudeva così l’ho aperto e ho provato a sistemarlo meglio. Mi sono accorta al terzo tentativo di quello che stavo facendo. Ho corretto, ho salutato Mozzarello e sono uscita. Sull’autobus ero lì che pensavo a quanto sono pericolosi gli automatismi e mi chiedevo Ma la porta di casa l’ho chiusa vero?

martedì 12 novembre 2013

cose vintage, o quasi


Quest’oggi ho corretto le bozze di un articoletto usando per la prima volta un programma. Le poche volte che mi è capitato di correggere bozze l’ho fatto sulla carta, ogni autore se le leggeva, segnava quello che vedeva poi uno metteva tutto insieme e io non ero mai stata quel qualcuno. E oggi mi è venuta nostalgia dei fogli di carta spediti che sì, si diboscava un po’ di più che sì, si allungavano i tempi però, secondo me, era più semplice. Sarà che son poco tecnologica, sarà che mi son da poco abituata a vedere le correzioni su word, quelle su pdf non le avevo mai frequentate. E adesso mi son venute in mente le diapositive. Da quanti anni non si vedono più le diapositive ai congressi? Lì trovo del bello anche in quello che si fa ora; la possibilità di fare cambiamenti all’ultimo momento è un gran vantaggio. Però eran belle. Si andava nella  dove c'erano i caricatori, divisi per giorno, per sessione, e le si metteva nel caricatore, storte. Facevamo dei puntini sulla cornice per poterle orientare correttamente, quelle stanzette erano sempre poco illuminate. La prima volta che mi è capitato di farne erano a sfondo blu, titolo giallo e scritte bianche. Adesso non proietterei mai una cosa fatta in quel modo, con quei colori. Dovrei averne ancora da qualche parte. Son quasi vintage adesso. Tra poco quelle diapo mi faranno lo stesso effetto che mi fanno i colletti delle camicie di mia mamma quando guardo le foto di quando io avevo sei sette anni.

lunedì 11 novembre 2013

ululava


Lo scorso fine settimana ho deciso che era giunta l’ora: bisognava passare all’assetto invernale. E così ho quasi bloccato una portafinestra, ci ho messo davanti dei tavolini, il cestino per la carta voltato e la scaletta Ikea, poi ci ho messo sopra le miei piante grasse. E sono molto contenta di averlo fatto perché questa notte il vento ululava e, secondo me, quel vento avrebbe rotto i rami carichi di fiori e rovesciato i vasi più piccoli. 

 (quel cactus bellissimissimo che si vede in fondo si chiama Furioso e se per caso C. passa da queste parti può vedere quanto è cresciuto. Bello lui, bello di mamma e zia)



venerdì 8 novembre 2013

mercoledì 6 novembre 2013

come mai?

Io oggi mi sono domandata come mai c’è gente che non ha niente di meglio da fare che entrare nella casella di posta altrui. Ma che cosa dimostri entrando nella casella di una persona normalissima, una persona qualunque, e facendo in modo che da quella casella partano mail a tutti quelli che sono nell’indirizzario? chiedevo al mio (alla mia) visitatore (visitatrice) indesiderato (indesiderata). E mi sono risposta che in quella maniera ha dimostrato che è in grado di farlo, che non ha nessun problema a farlo. Bravo (brava), gli dicevo, e son anche contenta che sei una persona educata e che come link mi hanno detto/scritto che hai messo una cosa sui telefonini però, detto tra noi, guarda che ci sono delle cose più belle da fare se si ha del tempo libero a disposizione. Solo che i gusti sono gusti e quindi mi puoi dire che no, non c’è niente di più divertente da fare, e allora io ti chiedo se, dal momento che sei una persona educata, puoi piantarla là, perché è una cosa che mi dà fastidio. Molto. E adesso non so bene che cosa devo fare per fare in modo che non accada una seconda volta, perché io al contrario di te, di queste cose proprio non ne so nulla e non ne capisco nulla.  Però di bello, che a scavare del bello si può trovare, c’è il fatto che io oggi ho ricevuto tante mail di amici e amiche che mi avvertivano della cosa e ne ho approfittato per fare quattro chiacchere con loro. Mi è arrivata anche una mail dalla mia giardiniera preferita e dal suo gattino e anche quella mi ha fatto molto, ma molto, piacere.

domenica 3 novembre 2013

proverbi


Volevo soffiarmi il naso ma non trovavo il fazzoletto. Avere le braghe della tuta senza le tasche ha questo inconveniente: non si sa dove mettere il fazzoletto. Pace, mi son detta, ne prendo un altro e poi si dice La casa prende , la casa rende, salterà fuori. Mia zia non diceva La casa prende la casa rende, diceva una cosa simile che tradotta in italiano è L’angolo rende quello che la mano non prende, lasciava aperta la possibilità del furto. Detto da lei, in veneziano, mi piaceva, io non lo so dire bene, rimango con il mio La casa prende la casa rende. Ho preso un fazzoletto pulito, mi sono soffiata il naso e poi, non sapendo dove metterlo, l’ho infilato sotto il cuscino del divano. Ora è vicino a suo fratello.

sabato 2 novembre 2013

coi coccodrilli

Ieri sera ho superato una donna che stava palando con il suo cane. Era un cane grosso, di quelli che assomigliano a Sansone dei fumetti, ma un Sansone nero e cucciolo. Grande era grande, ma si vedeva che era un cucciolo. Lui tirava il guinzaglio e lei gli diceva Ti mando a giocare con i coccodrilli, così impari a camminare per strada. Peccato non aver ascoltato come andava avanti la conversazione.

venerdì 1 novembre 2013

è venerdì


È un periodo questo che son così stanca che mi stanco solo al pensiero delle cose che devo fare e, sempre questo, è un periodo che le settimane iniziano e finiscono senza che io me ne renda conto. È lunedì e dopo un attimo è venerdì sera e poi, subito dopo, è lunedì di nuovo. Devo guardare il cellulare per sapere in che giorno sono. E oggi non l’ho guardato e mentre stavo uscendo da messa, alla mia vicina di banco, per salutarla, le ho detto Buona domenica, e lei mi ha sorriso e poi mi ha risposto Anche a lei. Mentre pranzavo ripensavo a quel sorriso, un gran bel sorriso, l’avevo notato quando ci eravamo scambiate il segno della pace. Pace, avevamo detto nello stesso momento sorridendoci, però, nel mio ricordo, il secondo sorriso mi sembrava un sorriso diverso. Poi ho capito, bevendo il caffè dopo pranzo ho capito. È venerdì oggi.