sabato 31 agosto 2013

da piccola


Io da piccola chiamavo i capelli biondi, e sì che noi tre eravam sì biondi, come lo era mia mamma in quel periodo, ma mio papà, quando ero bambina, io li aveva neri neri, cioè, per me lui aveva i biondi neri. E poi per me d’oro era una parola sola, io dicevo l’anello di doro della mamma. E adesso riguardando delle foto mi è venuto da pensare che quella sera lì il cielo sembrava proprio di doro.

una p molto significativa


Io venerdì mattina pensavo così: sabato ce ne andiamo al mare e domenica metto un po’ a posto casetta, lavo le tende e le rimetto su che abbiamo le finestre nuove, bellissime. Sarà che prima veniva giù a pezzi ma io le vedo proprio bellissime e in questi ultimi giorni, da mercoledì è successo, quando tornavo a casa le guardavo e mi dicevo Ma che belle finestre che abbiamo. Lo so che son quelle di prima, solo che adesso son tutte rimesse a nuovo e questo inverno non entrerà (troppo) il vento, neppure l’acqua entrerà. Questo era la mia idea del fine settimana venerdì mentre andavo a lavorare, poi nel primo pomeriggio è arrivata una mail che diceva che c’era una relazione da preparare e che dovevo inviare la mia parte entro le dieci del mattino di lunedì (lunedì dopodomani). Adesso, pensando a come ho passato la mattina e a come andrà avanti il mio fine settimana mi vien da pensare che, se anche in questo caso si potesse fare un test del chi quadrato, verrebbe fuori una p molto significativa, ma tra l’atteso e l’osservato c’è così tanta differenze che secondo me, anche se si potesse calcolare, sarebbe fin stupido star lì a perder del tempo a calcolarla.

giovedì 29 agosto 2013

poveri adulti


Io quando sono arrabbiata divento fredda, se la cosa va avanti divento stronza, se mi fanno arrabbiare molto divento stronza con tutti e non solo con chi mi ha fatto un torto. E sbaglio, perché far così è stupido, e dire che è stupido è per star gentile. Oggi una collega, che tra le altre cose si considera anche mia amica, di torti me ne ha fatti due e io mi sono arrabbiata molto. Poi, tornando a casa, ci ripensavo e più ci ripensavo più mi arrabbiavo e così è successo che me la son presa con una ragazza che raccoglieva soldi per l’Unicef e che mi aveva fermato anche se io volevo tirar dritto. Lei diceva il virus della malaria e io dicevo La malaria è un parassita. Poi diceva il vaccino per l’AIDS allora io le dicevo che ero quasi certa che il vaccino per l’AIDS non esistesse, lei parlava di pillola anticoncezionale per far sì che la mamma non potesse trasmettere il virus al/alla figlio/a e io dicevo Per non farli nascere vuol dire, dicevo Il problema non è lì. Lei diceva Poveri bambini e io ribattevo che se con i soldi raccolti distribuivano preservativi era meglio che così si evitava di passarlo tra adulti Poveri adulti, dicevo. E adesso mi vergogno di aver dato quelle risposte, ché quella ragazza cercava di far del bene, solo che a me oggi, verso sera, ha preso ‘sto attacco di stronzaggine che ero realmente insopportabile. Da prendere a schiaffi ero. Adesso, forse, lo sono un po’ meno.

martedì 27 agosto 2013

Porco Demonio


Dopo due mesi abbondanti mi sono stufata del mal di spalla e mi sono messa a prendere un antinfiammatorio. Non era un mal di spalla forte, dormire riuscivo a dormire ma c'erano tanti movimenti del braccio che mi facevano male e così stavo imparando a evitarli. Non è bello star sempre concentrati su come si muove un braccio. Che poi non è del tutto giusto che non avevo mai preso niente perché il giorno che son partita per Venezia e quello che sono tornata a casa l’avevo preso, giusto per tirar su e giù la valigia usando tutte e due le braccia. Sabato, stufa, ho iniziato a prender ‘ste due pastiglie al giorno e la situazione è cambiata così velocemente che questa mattina me la sono dimenticata e sull’autobus ho usato la sinistra per tenermi, l’autobus ha frenato e ho tirato giù un bel porcone mattutino. Un bellissimo Porco Demonio mentale. Che poi, povero Demonio, lui non ha niente a che fare con la mia spalla, però qualcosa bisogna ben dire per sfogarsi. Adesso, poco fa, dopo cena ho preso un’altra pastiglia. Sto di  nuovo benissimo.

lunedì 26 agosto 2013

differenze


Ci sono delle cose che fanno male e che non dovrebbero far male. Cose piccole ma grandi allo stesso tempo. Quando si sente diverso ma si era convinti di sentire uguale ad esempio. Quando, sempre per fare un esempio, si è convinti di pensarla allo stesso modo sul fatto che una cosa sia giusta e il suo opposto sia sbagliato e poi ci si rende conto che no, non è così. E può capitare che queste cose, sulle quali si sente diverso, siano cose piccole e sarebbe giusto dar loro la loro giusta dimensione e metterle nell’insieme delle cose che fanno parte delle differenze che è normale che esistano tra due persone e non un motivo per star male. Neppure un male piccino.

sabato 24 agosto 2013

di casa


Il ragazzo che studia piano al conservatorio è tornato dalle vacanze e poco fa, tornando dalla spesa, quando sono entrata dal portone, ho di nuovo avuto l’impressione di essere entrata dal portone giusto, quello di  casa.

venerdì 23 agosto 2013

e una


La prima settimana di lavoro post ferie è finita. Son fin soddisfatta di come è andata e ancora di più del fatto che non mi son già fatta schiacciare dalle tante cose dalle quali mi faccio schiacciare di solito.
(sarebbe carino mettere il nome dell’artista ma non me lo sono segnato quindi non posso farlo, andando a memoria direi che è olandese, un po’ poco ma meglio di niente. Forse.)
aggiornamento:  il  suo nome è Mark Manders (grazie Marco)

giovedì 22 agosto 2013

Transformer (la biologia molecolare e l’editoria uniscono le forze)


Quella notte, a letto, Ronel decise di scrivere un libro. Una via di mezzo tra un racconto allegorico e un trattato filosofico. Sarebbe stata la storia di un re molto amato dai suoi sudditi che perde qualcosa di caro. Non denaro, forse un figlio, un fratello o magari un usignolo, se nessun altro aveva ancora avuto quell’idea. Dopo circa cento pagine il libro si sarebbe trasformato in un testo meno simbolico e più moderno, sul senso di alienazione dell’uomo nella società contemporanea, ma con la promessa di un po’ di consolazione. Verso pagina centosessanta o centosettanta si sarebbe tramutato in una sorta di romanzo più leggero, di facile lettura ma di buona qualità. E a pagina trecento sarebbe diventato un animaletto piccolo e morbido che i lettori avrebbero potuto accarezzare e coccolare per riuscire a sopportare meglio la solitudine. Non aveva ancora deciso che tipo di tecnologia avrebbe potuto utilizzare per trasformare il libro in un animaletto morbido, ma prima di addormentarsi si disse che negli ultimi anni la biologia molecolare e l’editoria avevano fatto passi da gigante, ed era inevitabile che unissero le forze.
All’improvviso bussano alla porta – Etgar Keret – trad. A. Shomroni - pag.58

martedì 20 agosto 2013

ma anche no


Oggi a lavorare ero in compagnia di una ragazza indiana, indiana dell’India non dell’America, di Calcutta a voler essere precisa. Ce la siamo passata bene, almeno mi pare, ho perfino retto bene al cambio di lingua per tutta la giornata, lei ha chiesto se poteva tornare anche domani quindi o non sono riuscita a spigarle che cosa faccio o anche lei se l’è passata abbastanza bene. È stancante parlare in inglese mentre si lavora, inglese è un’esagerazione, qualcosa che vagamente ricorda l’inglese è più vicino alla realtà. Mentre tornavo a casa pensavo se si tratta di parlar di lavoro più o meno mi arrangio, se si deve parlare d’altro, anche la cosa più semplice si fa difficile e son più le frasi che evito di dire perché mi mancano vocaboli di quelle che dico. Mi mancano i vocaboli perché non leggo in inglese qualcosa di differente dagli articoli che mi interessano per lavoro, mi dicevo mentre tornavo a casa, dovrei provare a leggere qualcosa di diverso. Poi mi son detta Ma anche no, leggere è un piacere facciamo pure che resto ignorante e mi godo i libri belli che incontro.

domenica 18 agosto 2013

99 per cento traspirazione


Sul segnalibro che sto usando in questi giorni c’è una frase di Albert Einstein. C’è scritto: Il lavoro è 1 per cento ispirazione e 99 per cento traspirazione, cioè sudore, sacrificio, fatica. Dietro invece c’è scritto sognalibro, con la O al posto della E, e poi c’è anche scritto Il colore dei pensieri. Tutto scritto in stampatello maiuscolo dietro, maiuscolo e minuscolo davanti.

sabato 17 agosto 2013

per me


Oggi la mia pianta grassa dai fiori rossi mi ha fatto una sorpresa Un altro, tutto per te, mi ha detto.

venerdì 16 agosto 2013

che bello


Ho di nuovo una cucina nella quale è un piacere far da mangiare. Tra poco la inauguro.
(non è nuova è solo pulita)

con la barba e i baffi


Ero in camera e sentivo Daniele che parlava dal terrazzo con una signora, i toni della voce erano alti così mi venuto da pensare Ma con chi sta litigando? E invece non stavan litigando era che una signora, che l’aveva visto dar da mangiare a una gatta vecchia che in questo periodo sta nel giardino dei signori al pian terreno del nostro condominio e che adesso sono via, si era preoccupata e stava raccontando a un’altra signora che aveva visto un uomo con la barba e i baffi che dava da mangiare alla gatta e che bisognava controllare se voleva avvelenarla. Era per quello che, sentendole, lui era uscito sul terrazzo a dire, urlare, che lui non stava avvelenando nessuno, stava solo nutrendo la gatta e che poi, come ogni volta, avrebbe tolto la ciotola dal giardino. Allora, quando ho capito cosa era successo, a me è venuto da pensare Viver tra gattari fa bene al cuore.

giovedì 15 agosto 2013

qualcuno


C’è qualcuno che ha apprezzato molto il regalo che ha ricevuto al mio ritorno.

mercoledì 14 agosto 2013

quando e come


«Si può nascondere tutto dentro una scatola, Zayde, una scatola, una gabbia, un armadio o una stanza. Anche l’amore si può rinchiudere», mi disse Yakoov, «ma la memoria ha tutte le chiavi, e la nostalgia, Zayde, quella passa anche attraverso i muri. Sa sgattaiolare fuori come quel mago, Houdini, ed entrare dappertutto come gli spettri, quando e come le pare.»
Per amore di una donna – Meir Shalev – trad. E. Loewenthal – pag. 166

sul subito mi sembrava un discomplimento


Ma sei anacronistica, mi ha detto una mia amica questa sera dopo cena. Io sul subito ci sono rimasta un po’ male, mi sembrava un discomplimento, poi ci ho pensato bene e no, non è un discomplimento è la verità. È che io senza pagina FB e senza WhatsApp ci sto bene e se sono fuori dal tempo pace. E mi sa che senza pagina FB e continuando a pagare i messaggi ci rimarrò fino al momento che non mi verrà voglia di fare diversamente.  Sempre che mai mi verrà voglia di fare diversamente.

domenica 11 agosto 2013

due parole


Andèavantigoinsaid
Ocioalgradinouocvestep
due parole che secondo me mi mancheranno

25 - cognome


Oggi prima di cena giocavo con mia nipote a scrivere al contrario e poi controllavamo se avevamo scritto giusto guardando il foglio in controluce, voltandolo. A un certo punto io ho scritto il suo nome e il suo cognome allora lei voleva fare la stessa cosa e mi ha chiesto il mio cognome. Lo zio Daniele ed io non siamo sposati, le ho risposto, non ho cambiato cognome ho il mio. Non so qual è, mi ha detto. Come non lo sai se sono sorella di tuo papà. Lei mi guardava come a dire E allora? Ho lo stesso tuo cognome le ho detto. Poi a lei veniva da ridere a pensare che ci chiamiamo uguale (e un po’ anche a me).

24 - buongiorno


Oggi mentre stavo entrando a Ca’ Rezzonico mi sentivo osservata, ho guardato su e c’era uno che guardava dall’alto. Buongiorno antenato di Elvis gli ho detto, Buongiorno a lei, mi ha risposto.

sabato 10 agosto 2013

23 - come sta signora?


In queste due settimane mi è capitato di incontrarli e di fermarmi ad ascoltarli tre volte. In tre punti diversi della città. La seconda volta ho detto Bello avervi ritrovato, siete molto bravi.  La terza volta ci siamo sorrisi e alla fine di un pezzo il violinista con i capelli più scuri mi ha chiesto Come sta signora? Ecco, io oggi risponderei Un po’ triste, domani parto.

22 - del cane

Ci son dei percorsi che proprio non riesco a memorizzare e tutte le volte, ma non tutte le volte per modo di dire proprio tutte tutte, mi perdo. E ce n’è uno che mi ostino a voler fare senza guardare la cartina e che nella mia testa dovrebbe portarmi velocemente da Ca’ Foscari alle Zattere che invece mi porta a non capire più da che parte sta il Canal Grande e quello è un segno inconfondibile del fatto che ho perso l’orientamento. Di bello c’è che quando mi succede poi, prima o poi, arrivo a una chiesa che mi piace e che io chiamo la chiesa del cane, e che in realtà penso sia San Raffaele, e da lì mi oriento. E ogni volta mi dico Ma guarda dove sei finita, stavi andando nella direzione opposta a quella che pensavi. Oggi però dopo aver ripreso l’orientamento mi son anche detta E se adesso mi prendessi un vaporetto invece che farmela tutta a piedi?

venerdì 9 agosto 2013

21 - dei versi piccoli


E sempre ieri, quando sono uscita, non so come dal momento che c’erano delle persone che parlavano, ho sentito dei versi piccoli, sempre che i versi possano essere piccoli, ho guardato in su e c’erano delle bocche affamate.

Mi son seduta lì, subito fuori dalla basilica, dopo poco è arrivata una rondine.

20 - il trono e il giudizio


Oggi sono andata in gita a Torcello e quando sono arrivata, prima di perdermi via a guardare il giudizio universale che c’è nella Basilica, che poi era il motivo per il quale avevo deciso di andare a Torcello, proprio appena arrivata, ho detto dentro di me Guarda, il trono di Attila. A casa di mia mamma e di mio papà ci deve essere una foto di me bambina seduta sul trono, la prima volta che me lo avevano raccontato io poi mi ci ero seduta e mi avevano fatto una foto. E il trono era proprio come me lo ricordavo, solo un po’ più piccolo di come lo ricordavo. Il giudizio universale invece era molto più bello di quello dei miei ricordi. E i golosi che si mordono le dita, e gli invidiosi rappresentati con dei teschi e dei vermini che escono dalle orbite, e un angelo con le ali piene di occhi, e i morti che resuscitano uscendo dalle bende, dalle bocche dei leoni o da quelle dei pesci sono una cosa che non so descrivere e che l’unica cosa che si può fare, penso, sia andare a vederlo, se si può. Sedersi su una panca e star lì a guardarselo. Guardare tutta la parete, poi pezzettino per pezzettino, e poi ancora tutto insieme.

giovedì 8 agosto 2013

19 - a me succede


A me succede che se  sto in giro tutto il giorno saltando pranzo ma prendendo dei caffè e approfittando spesso dell'acqua del sindaco, acqua che considero anche mia,  e tornata a casa mi bevo un bicchiere di bianco ghiacciato mangiandomi delle fette di salame con il pane, poi, a mettere la bottiglia in frigo, mi accorgo che il bianco è andato diretto alla testa. E quando succede mi dico Ma che bellezza.

18 - lenzuolino


Sul un nizioleto che ho letto ieri c’era scritto Rio terà Barba Frutariol. E adesso son qua che penso Chissà chi era questo fruttivendolo, come si chiamava, la mamma quando ero piccolo lo chiamava sicuramente in un altro modo, chissà se era una famiglia di fruttivendoli o se lui è stato il primo a fare quel lavoro. E poi il barba non è lo zio? Zio di chi? Sono i nipoti che lo chiamavano così? E quanti nipoti aveva? Chissà quando l’hanno interrato quel rio. Ma uno zio che non ha la barba lo chiami barba anche lui? Tutte domande così, destinate a non aver risposta. Quasi tutte, se uno zio senza barba lo chiami barba lo stesso posso chiederlo a mia mamma.

17 - la mia idea


Io oggi ero a San Servolo e la mia idea era quella di visitare il museo del manicomio solo che niente, non si poteva. Io dovrei imparare a usare internet per capire se quello che voglio fare si può fare invece che per cazzeggiare. Pensavo che il museo fosse aperto invece è aperto se tu telefoni e lo fai aprire ma se tu arrivi senza dir niente a nessuno e vuoi vederlo lo trovi chiuso e cippa, ti tieni la voglia. Così, dal momento che ero lì mi sono fatta un giro nel parco, c’è un parco bellissimo su quell’isola e ho trovato una gatta ancora più bella del parco. Mi son seduta per terra per farle una foto e lei ha alzato la testa, dopo poco era contro la mia gamba che si prendeva le frasche. Siam state insieme del bel tempo, io coccolavo lei e lei coccolava me.

mercoledì 7 agosto 2013

16 - ho dei piedi intelligenti


Oggi sono uscita di casa tardi, era quasi l’una. È che ieri sera ho aspettato di sapere che Daniele fosse riuscito a rientrare a casa. Era andato a fare una gara di quelle notturne in provincia di Savona così gli avevo chiesto se mi mandava un messaggio al suo rientro. A mezzanotte e mezza mi scrive Tra poco parto, poi all’una e mezza non avevo ricevuto ancora niente e così gli ho scritto io. Era sul pianerottolo di casa ma non riusciva ad entrare, si era spostato quel coso che chiude la porta, non so come si chiama, quel ferretto che si mette per aprire e non permettere a chi sta dall’altra parte della porta di spingere e entrare contro la volontà di chi sta in casa. Così ha armeggiato un po’ ma quel coso faceva il suo lavoro e alla fine ha deciso di chiamare i pompieri. I pompieri hanno chiamato anche la polizia perché quella cosa di lì del ferretto girato senza nessuno in casa  vuol dire spesso che ci sono i ladri. Poi per fortuna i ladri non c’erano e non erano neppure passati, e come si sia spostato quel coso rimane un mistero. E oggi Daniele mi raccontava che per un momento il poliziotto pensava che i ladri fossero passati ma che lui gli aveva detto di no, Questo casino l’ho lasciato io, gli aveva detto. E così io poi ieri, un po’ che ho aspettato di sapere che era entrato, un po’ che aspettando mi era venuto su l’agitone, io alle quattro ero ancora sveglia. E ‘sta sera i miei piedi volevan tornare a casa e io dicevo loro Andiamo di là che poi state a riposo lo stesso che il film lo vedo da seduta. Ma loro niente alle otto han deciso che basta, si tornava a casa. E adesso mi vien da dire che ho dei piedi proprio intelligenti.

martedì 6 agosto 2013

15 - cartolinosità

Tant’è che anche tra quelle che io chiamo foto cartolina ce ne sono che alcune che a me, pur vedendo la loro cartolinosità, piacciono.


lunedì 5 agosto 2013

14 - cedesi attività


Cedesi attività - Solo a novantenni se accompagnati dai genitori,
  X ulteriori informazioni quando torno.
E poi, sulla saracinesca di destra guardando il negozio, c’era un altro disegno con lui al mare sotto l’ombrellone che diceva Che ben 
e più sotto c’era scritto Chiuso per ferie fino al 19 agosto.

13 - selvatici


L’altro giorno mia nipote mi ha chiesto se avevo visto dei gatti selvatici. No, solo domestici, le ho detto e mentre le rispondevo mi veniva da sorridere, Ma domani vado ai giardini, forse lì li incontro. E invece niente, si vede che la Biennale l’hanno già vista. Chissà se oggi andando in giro incontrerò dei gatti selvatici.

domenica 4 agosto 2013

12 - via Del Campo



Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior.

11 - 3 di 25

tra le 25 foto che non sono finite nel cestino di quelle fatte oggi ce ne è una che mi piace (molto) 
 


una che è mi ricorda la cosa che più mi ha colpito di quello che ho visto girando oggi: un orto in un campo.


e una che nella mia testa voleva essere una foto fatta ispirandomi a una foto di Luigi Ghirri vista alla Biennale e che mi è piaciuta molto. Però la mia non ricorda neppure lontanamente l’originale e rimarrà a memoria del fatto che anche a copiare ci vuol del talento. 




sabato 3 agosto 2013

10 - aggiornamenti


Il mio telefonino è resuscitato, non so se era una botta di caldo (l’avevo lasciato sul tavolo al sole) o se è successo che oggi si è svegliato come mi svegliavo io i primi due anni delle medie che io, che son sempre stata una secchia (ma di quelle che passano), che non si doveva mai dirmi Studia, io i primi due anni delle medie mi trovavo così bene in classe che almeno un giorno alla settimana recitavo la parte di quella che stava male. Allora mia mamma mi diceva Mi spiace Latte, torna a letto che chiamo il medico. E io tornavo a letto ma poi mi alzavo e senza dir niente facevo colazione, e anche mia mamma non diceva niente. Poi in terza mi è passata.

Io son sempre io anche con anno in più. Oggi ero lì che camminavo dalle parti del mercato di Rialto, saran state le quattro, le quattro e un quarto, non ho visto una mezza susina spiaccicata, ci ho messo su un piede e mi son ritrovata per terra. Il fruttivendolo, che dal banco ha visto la scena, è venuto subito a vedere come stavo. Stavo bene, siamo andati a una fontanella a sciacquare un po’ una gamba e la cosa si è risolta con due cerotti. Desgaibata son rimasta desgaibata, bisogna aver delle certezze nella vita, certezze piccole piccole ché quelle grandi son pericolose. 

9 - un regalo


Oggi è il mio compleanno, l’ultimo con il quattro davanti e il mio cellulare ha deciso di farmi un regalo ma non subito, appena alzata, dopo un po’. Così gli auguri dei miei e di Daniele li ho ricevuti, tre messaggi il ho letti e poi il quarto non c’era verso di aprirlo. A volte mi succede che non senta le mie dita, ho aspettato un po’ poi l’ho ripreso in mano. Schermo nero. Guarda caro mio che io regali del genere son più contenta se non li ricevo sai? Va be’, chissene, Tu la giornata non me la rovini mica, gli ho detto, adesso esco e andando in giro guardo se vedo un dottore dei cellulari.

venerdì 2 agosto 2013

8 - piccole scoperte


Gli occhiali da vicino servon sì per leggere senza farsi venir mal di testa o giocare a Indovina che numero è questo quando si fanno le parole crociate ma servono anche a vedere bene quando ci si lima le unghie e a infilare il filo nell’ago senza tirar giù dei porconi. Quante scoperte sto facendo.

7 - fumetti


Oggi camminando ho incontrato un San Giorgio che sembrava avere un elmo con un pennacchio verde. Era a cavallo, come è la maggior parte delle volte, aveva appena trafitto il drago e il cavallo sembrava sorridere. Sembrava che dicesse Eh bravo Giorgio, anche ‘sta volta ci è andata bene, ce la siam vista brutta però alla fine torniamo a casa interi.

giovedì 1 agosto 2013

6 - una stella


L’altra sera sono andata al cinema e poco prima che iniziasse mi son detta ‘Spetta che prima di spegnere mando un messaggio a mia mamma così se prova a chiamarmi e trova chiuso non si preoccupa. Sono in campo San Polo, le ho scritto, tra poco inizia Anna Karenina e chiudo il cellulare. ‘Notte x 3 (io auguro buona notte anche alla loro gatta). La mattina dopo, saran state le undici, mia mamma mi scrive Hai pianto ieri sera? Devo premettere che io sono di lacrima facile, sono un po’ migliorata con l’età e i pianti quelli veri son diventati più rari ma la coppia commozione lacrimazione è rimasta lì a farmi compagnia, infatti, anche se era lo spettacolo serale, io gli occhiali da sole in borsa li avevo. In realtà mia mamma non ha scritto proprio così perché l’ha scritto in tedesco, lo usa quando non vuol far sapere a mio papà cosa mi scrive perché lui ha il vizio di non considerare i messaggi come qualcosa di privato. Io le ho risposto, in italiano, No, alla fine lei sembrava una un po’ stupida che non capiva che cosa voleva invece che una donna distrutta dall’amore e dal dolore. Capisco perché poi alla fine metton sempre liberamente tratto da. I costumi però mi son piaciuti. Allora poi mia mamma ha deciso che lei non lo vedrà e io da un lato penso che non si perde molto ma dall’altro mi dispiace che si fidi così del mio parere, solo che negli SMS si va un po’ veloci e i Mi sembra, Mi pare, i Secondo me sono tra le prime cose che saltan via.

5 - specchi





Oggi ho giocato a far la principessa, e sì che da bambina non era uno dei miei giochi preferiti, anche a Carnevale mai voluto vestirmi né da fatina né da principessa. Ho una foto nella quale ero vestita da Biancaneve ma avevo tre anni, non conta, e poi era una Biancaneve vestita da Biancaneve nel periodo dei sette nani e non alla fine della favola. Comunque oggi seduta nel palco reale ho scoperto che, a seconda della posizione che si ha o si vede il palco all’infinito o sembra che non ci sia divisoria tra il palco reale e gli altri palchi. 
(vedersi infinite volte mi  mette addosso dell'ansia, una basta e avanza)