sabato 30 giugno 2012

S di scherzetto, S di stropicciato, S di scarabocchio


Io pensavo Dopo cena mi metto in corrente e stiro un po’ che non ho quasi più roba stirata da mettermi, devo decidermi, caldo o non caldo qua occorre stirare almeno i pezzetti che servono per la settimana prossima. Posso mica andare a lavorare tutta stropicciata. Oggi si può, oggi è sabato ma poi è meglio di no. Pensavo Mi metto lì con l’asse da stiro davanti alla tele, da un lato il ventilatore e mi guardo la partita Germania Portogallo. E invece niente. Scherzetto, non c’è la partita, non la giocano e io invece davo per scontato che ci fosse e che fosse ‘sta sera. E adesso son qua, scarabocchio un post ascoltando Cacciari. Se invece di guardare lo schermo guardo la tele, a guardarlo mi sembra che sia un po’ stropicciato anche lui. Siamo in due ad essere un po’ stropicciati ‘sta sera.

giovedì 28 giugno 2012

a volte tranquillo


Niente. Non c’è niente da dire. Non è successo niente. Se non succede niente non c’è da dire niente. Poi non è vero che non è successo niente, di cose ne son successe però non c’è niente di nuovo da dire. Non si può dire tutte le volte che si è stanchi, che ci sono troppe cose da fare, che più uno si impegna a farne più ne saltano fuori. No, non si può. Fa brutto. È brutto. Allora dico una cosa che ho scoperto. Ho scoperto che la revisione fatta andando al massacro del testo mi manda il sangue al cervello. Mah, cervello, facciamo alla testa che quella la vedo, son sicura di averla, sul cervello son mica tanto sicura, mai visto il mio cervello. È che ero abituata a una revisione differente, decisamente più conservativa e rispettosa dell’autore (che poi l’autore sarebbe un’autrice in questo caso) e invece questa volta ‘sta cippa. Ero abituata a una revisione che poi ero contenta e la nuova versione mi sembrava migliore. Che si poteva anche tranquillamente dire Mah, non so, forse questa frase mi piaceva di più prima. E invece questa volta cambio di compagno. Ad essere sincera questa è una compagna. E ‘sta volta ci vuol pazienza, tantissima pazienza. Io non so se l’ho tutta questa pazienza. Io mi sforzo, tanto. Ieri l’altro mi son sforzata fino alle dieci e dieci poi ho ceduto. E per non passare dalla parte del torto mi son fatta scappare un Non abbiamo cenato, siam qua dalle nove e mezzo del mattino io guarda non capisco più niente però così, per me, non sta in piedi, secondo me è meglio continuare in altro momento. E domani c’è un’altra puntata e io non l’ho mica recuperata la pazienza in questi due giorni, e la giornata di domani un po’ la temo. La voglio perché da un lato non ne posso più ma dall’altro la temo. Tanto. E allora penso che proverò a fare come l’altra volta. L’altra volta aveva funzionato. E mi rileggo un pezzetto della fotocopia che ho ricevuto pochi giorni fa, la riga dove c’è scritto Con me è sempre buona e simpatica, ha un carattere tranquillo. Così da poterla ripetere nella mia testa in caso di bisogno. Speriamo che funzioni anche domani.

martedì 26 giugno 2012

low battery


Vorrei avere uno sportello sulla schiena, uno sportellino che si può aprire, e poi togliere le pile vecchie per mettere quelle nuove, così poi uno, se vuole, va via verso una nuova avventura bello carico o continua quella che ha in corso o manda tutto e tutti  in un posto lontano o se ne va lui in un posto lontano. Insomma così poi si ha energia sufficiente per fare quello che si vuole fare, anche niente se si vuole. Che anche a fare niente ci vuole dell’energia.

lunedì 25 giugno 2012

'sta sera


Pensierini: questa sera

Questa sera sono andata fuori a cena e mentre mi preparavo mi è venuto in mente che era la prima cena fuori casa, non in casa di amici o parenti, dell’anno. Che è una cosa un po’ strana a pensarci dal momento che siamo alla fine di giugno.

Questa sera siamo stati in una trattoria sopra Santa e noi cinque eravamo gli unici clienti della serata, di questo dobbiamo ringraziare la nazionale italiana di calcio che loro non lo sanno ma ci hanno fatto un gran regalo. Era bellissimo lassù solo noi e la terrazza e il mare. Poi verso le dieci, dieci e mezza, sono arrivate anche le lucciole e una cinghialina incinta. Molly si chiama. Le buttavano il pane e le dicevano Molly non andar di là che là ci sono i pomodori. Questo ad essere sincera lo diceva che ci ha portato da mangiare, poi è uscita la padrona che è anche la mamma di chi parlava e nutriva la cinghialina, e gli ha urlato dietro di tutto così lui ha smesso ma noi cinque eravamo tutti dalla sua parte, mia nipote schierata in prima fila.

Questa sera la mamma di mia nipote mi ha regalato la fotocopia di una verifica di mia nipote. Produzione del testo descrittivo c’era scritto in alto. Subito sotto invece si leggeva Ti presento mia zia Latte. E io son già quattro volte che la prendo su e me la leggo. E ‘sta sera son contenta dentro. Tanto.

sabato 23 giugno 2012

presente futuro


Quest’oggi, salvando per l’ennesima volta lo stesso file dopo avergli cambiato la data, mi sono resa conto che io tra un mese esatto sono nel primo giorno di ferie.
Uh bello, mi sono detta.
 (sta troppo bene lì un presente, sarà anche sbagliato ma io lo trovo proprio bello)

venerdì 22 giugno 2012

sto


Sto facendo una lista di tutte le cose che dovrei e vorrei fare e la cosa mi preoccupa. Molto. Non mi preoccupano solo tutte le cose messe lì nero su bianco, blu su bianco a essere precisa, ma anche il fatto in sé, il fatto che stia facendo una lista del genere.

Sto accumulando così tante cose da fare che mi sta venendo paura di non riuscirle a fare. Anche riuscissi a fare qualcosa, avrei delle forti difficoltà a farle tutte.

Sto rendendomi conto che più cose scrivo in quella lista più me ne vengono in mente. Mi sembra una lista dotata di vita propria e anche con una gran voglia di crescere e diventare ancora più grande.

Sto così messa male con le cose che devo fare che dovrei decidere delle priorità. Ma come devo fare per decidere come stabilire le priorità?

Sto messa male. Parecchio. Almeno ‘sta sera mi sembra così.

Sto pensando che forse non è una buona idea quella della lista.

Sto ragionando sul fatto che magari potrei aggiungere ancora una cosa alla lista. Qualcosa tipo: quello che si riesce a fare si fa o si farà, quello che non si riuscirà a fare o si farà in un altro momento e ce ne si farà una ragione.

mercoledì 20 giugno 2012

quasi


Da quanto ha letto nei libri è giunto alla banale conclusione che quasi tutti gli uomini hanno bisogno di più affetto di quanto ne sia reperibile.

Osnat /…/ ha pensato che quasi tutti hanno bisogno di più calore e più affetto di quanto gli altri sono capaci di dare, e che questo scarto tra richiesta e offerta non ci sarà mai nessun comitato del kibbutz che riuscirà a colmarlo.

Tra amici - Amos Oz - pag.49 e 118

martedì 19 giugno 2012

per natura

 
Da noi era soprannominato “filosofo” per via che una volta aveva rotto il suo abituale silenzio e sostenuto che l’uomo è per natura un animale distorto. Un’altra volta, a tavola, durante una festa nel refettorio del kibbutz, aveva detto che fra gli uomini, le bestie, le piante e gli oggetti inanimati c’erano più somiglianze che differenze.

Tra amici – Amos Oz - pag. 97

lunedì 18 giugno 2012

sull'adozione dei verbi



Quell’affare lì della foto è un agitatore. Lo si accende, lui si agita, te ci metti su delle provette (le tieni) e il liquido che hai messo nelle provette si mescola. È un affare comodo, lo si usa spesso. Quell’affare lì nessuno lo chiama agitatore, tutti lo chiamiamo vortex. E così succede che poi diciamo anche vortexare, che è brutto orrendo ma se lo si sente per anni poi ci si abitua e non lo si sente più brutto orrendo. Ci si abitua a quel suono, alla sua bruttezza. La mia nuova socia non dice vortexare, dice vorticare. Vorticare lo trovo molto bello, anche perché il liquido dentro le provette, se lo si guarda attentamente, fa un piccolo vortice. Sto cercando di adottare quel verbo. Ogni tanto mi scappa un Sì, vortèxa pure, ma poi mi correggo e dico Sì, non si rovina, vortica tranquillamente.

domenica 17 giugno 2012

sta vicino, molto


Ci sono scrittori che hanno su di me un effetto terapeutico, non saprei, non so, definirlo in maniera differente, capisco che è limitante, come trovo limitanti tutte le definizioni e le descrizioni, ma da qualche parte devo pure iniziare. E lo sono con le loro pagine ma lo sono anche le rare volte che mi capita di vederli, sia che sia usando internet che dal vivo. Uno di questi è David Grossman. Oggi stavo girando su internet e ho trovato un video di un’oretta, me lo sono guardato subito e adesso sto così bene, ho una felicità tale addosso che non so come si possa essere formato tutto questo stare bene e non so neppure come possa essere contenuto. Non contenuto nel senso di rinchiuso, nel senso che è una cosa così grande che mi vien difficile pesare che possa stare dentro una persona. Mi vien difficile anche pensare che possa essere stato messo dentro o fatto nascere da un’altra persona, una persona che non si conosce. Non lo so ma è così. E mi sono accorta che per loro mi capita spesso di provare un sentimento che sta molto vicino all’amicizia ma che nello stesso tempo ne è lontanissimo perché è destinato al non incontro (non incontro fisico ché magari può anche capitare di essere nella stessa stanza, incontro vero intendo). Mi sembra qualcosa di simile all’amicizia perché per loro, per questa cerchia ristrettissima di geni che han deciso di regalarci libri, poi magari ad altri succede con chi regala canzoni o musica in generale o quadri o qualsiasi altra forma d’arte, per loro dicevo mi scopro a fare delle cose che normalmente si fanno per gli amici. Mi scopro ad essere contenta se so che son contenti, ad esser triste se è successo loro qualcosa di brutto. Mi scopro a stare attenta a come muovono le mani mentre parlano, a guardare cose piccole come la montatura degli occhiali che portano, i vestiti che indossano o la forma delle rughe intorno agli occhi quando sorridono. Né più né meno di quello che vien naturale fare con gli amici. Che è una cosa stranissima a pensarci estraniandosi un po’. Guardando da fuori, se non si sta provando la stessa cosa, vien da dire: ma che t’importa? Non è che m’importa, vien spontaneo. Ecco, per esempio io so benissimo come brillano gli occhi della mia amica C. quando sorride, so come si massacra le mani quando c’è qualcosa che non va, so come prende il caffè e alcuni dei nomi delle sue piante grasse. Queste cose non fanno l’amicizia, l’amicizia è altro ma son tutte cose che in qualche modo fanno parte di lei e, dal momento che siamo amiche, mi vien spontaneo prestarci attenzione.

A rileggerlo questo mi sembra un post stranissimo, sembra scritto sotto l’effetto dell’alcool, eppure son sobria, giurin giuretto e croce sul cuore. Comunque se a chi passa da qua può interessare ad ottobre avremo la possibilità di leggere il suo nuovo romanzo e il link per vedere il video è questo.

sabato 16 giugno 2012

bava di lumaca


Io non so proprio chi possa essere interessato a una cosa simile. Chi mai potrebbe avere interesse a spalmarsi in faccia la bava della lumaca? Ora io non sono particolarmente schifiltosa, le lumache mi piacciono, mi stan simpatiche, posso tranquillamente tenerle in mano, aspettare che escano e farmele camminare sul palmo, sempre ammesso che si fidino, ma farmele camminare in faccia sperando che questa ca@@ata che gira per internet abbia un minimo di sentimento, quello no. Tra le tante stupidate che mi sono arrivate per posta c’era anche questa: offerta per l’acquisto di una crema alla bava di lumaca. Leggendo la mail, la curiosità è realmente una brutta bestia, loro mi spigavano. Conoscendo la mia ignoranza in materia mi spiegavano che questo magico prodotto aveva un’azione antiossidante e purificante, che rigenerava, idratava e nutriva i tessuti, che migliorava il tono e l’elasticità della pelle ritardando così il processo dell’invecchiamento. Poi, caso mai non fossi ancora decisa e non mi fossi lanciata nell’acquisto (sia mai che mi perdo un’occasione del genere, no-no), loro andavano avanti e mi dicevano anche che previene e elimina le rughe, allieva le irritazioni e le piccole ferite causate dalla depilazione e … è efficace anche contro le verruche.

Sono stupita, ma guarda cosa non fanno i mucopolissaccaridi della bava della lumaca. La prossima volta che piove e poi vien fuori il sole io me ne vado per campi, cerco lumache  e dico loro Scappate, nascondetevi, c’è in giro della gente che vi vuol prendere e farvi sbavare per poi far delle creme e con quelle, giocando sull’effetto del lavaggio della testa che da  anni stiamo subendo e sulla stupidità dei mei simili, far su dei soldi.
 

venerdì 15 giugno 2012

sequenzine (2)


mi scuso in anticipo, è un post un po’ nerd


 la prima:
codice colore: G parola, T pensiero, C sorriso (solo con gli occhi), A turbamento (tipo ruga in mezzo alla fronte)
parola-parola-pensiero-pensiero-sorriso-pensiero-pensiero-sorriso- pensiero-pensiero-parola-sorriso-pensiero-eccetera
adesso devo trovare il frame di lettura, vorrei tanto tradurla. Poi passo alla seconda.

giovedì 14 giugno 2012

sequenzine


È sempre stato strano e po’ impossibile capire veramente che cosa c’è nella testa di un altro, e però per me è sempre stata anche una delle cose più belle lo stare a guardare, quando appaiono, alcuni dei pezzi di quello che tutti i cervelli, continuamente e instancabilmente, producono. Allora ti vedi queste sequenzine di parole-pensieri-eccetera che a un certo punto saltano fuori, passano, e poi scompaiono.

Il professionale Avventure scolastiche - Ugo Cornia – pag. 66

mercoledì 13 giugno 2012

provetta


Quest’oggi non avevo il gavetto e sono andata al bar a comprarmi qualcosa. Ho preso un panino salame e formaggio e un cucciolone. Avevo voglia di qualcosa che mi mettesse nell’umore migliore per potermi incatenare alla scrivania e scrivere (scrivere? va be’, qualcosa che ci assomigli). Avevo voglia di quei gelati che mangiavo da nanetta in spiaggia (e in altre rare occasioni). Poi è successo che, dal momento che in stanza c’eravamo solo io e la mia nuova socia d’avventura, ho letto ad alta voce le battute che erano sul biscotto (Usa la forchetta / Non posso l’ho posata, Qual è il colmo per un nuotatore? / Avere l’acquolina in bocca) e così lei, la mia nuova socia, mi ha chiesto se sapevo qual era il nostro colmo. Non lo sapevo. Adesso lo so.

Qual è il colmo per una biologa?
Essere una lavoratrice provetta.

Sarà che oggi mi aveva preso meglio, ma a me fa ridere. Anche adesso, ci ripenso e mi vien da ridere (poco, ma mi viene). Forse è meglio che vada a farmi una doccia che finalmente è tornata l'acqua. Eravamo senza acqua: cena con pizza e mani da autobus. Ah come ho mangiato sano oggi.

martedì 12 giugno 2012

braccino


Si dice che a Genova è pieno di braccini corti. Un po’ è vero, un po’ no. Ho incontrato anche persone molto generose, una di queste è la mia amica C. e dato che siamo in argomento aggiungo che oggi è uno di quei giorni nei quali io sono contentissima di avere un’amica come C. chè lei è una che si accorge delle cose anche se non ci si vede tutti i giorni, e non ci si vede tutti i giorni solo perché ora lei vive in quell’isola là dove parlano quella lingua strana. Però, tornando ai braccini, quella cosa là dei braccini corti è anche un po’ vera. Io ogni tanto me ne dimentico e poi succede che mi stupisco.
L’altro giorno HH non era ancora arrivato in laboratorio e ormai eran già le undici così mi è venuto spontaneo chiedere a una collega Ha notizie di HH? lei mi ha detto che non ne sapeva niente, che non le aveva detto niente, Cosa dici gli mandiamo un messaggino? le ho chiesto. E lei che cosa mi ha risposto? Mi ha detto Ha il telefono belga, costa mandargli un SMS, potrei scrivergli una mail (io non ho il suo numero, lei sì, secondo me non ha avuto il coraggio di dirmi Mandalo tu)
Adesso faccio una prova: mando un SMS a C. anche se le ho appena mandato una mail e guardo quanto si spende. Ci siamo messaggiate anche ‘sta mattina ma non ho guardato. Faccio l’esperimento e vi dico. Ho mandato l’SMS, ho scritto Ciao C. sto facendo un esperimento, poi secondo me capisci, approfitto per augurarti buona serata. Solo che il mio telefonino non mi ha detto quanto avevo speso, me lo dice con le telefonate, con i messaggini no.  Allora mi è toccato rifare l’esperimento. Ho guardato quanto credito avevo, 28.30, poi le ho mandato un secondo SMS. Ho scritto ‘Spetta ho fatto un errore devo rifare l’esperimento intanto ti auguro anche buona notte. Ho inviato, ho controllato il credito, era 28.18. Ora io non so ma così, anche senza saperlo, mi verrebbe da dire che mandare un SMS a Londra sia più o meno come mandare un SMS in Belgio. Però non so, potrei sbagliarmi. Forse non era l'esperimento migliore.

domenica 10 giugno 2012

un supplente


L’artista dev’essere umile di fronte alla realtà per la responsabilità di rappresentarla, anche se sfigurata. L’artista è un supplente della realtà.

Il torto del soldato – Erri De Luca – pag. 66

sabato 9 giugno 2012

lo sapevo


io lo sapevo che ce la faceva, bastava lasciargli tempo. è bellissimo.

acqua calda e limone


Mi son svegliata con la voglia di piangere e invece niente. Non ne capisco bene la ragione ma è così. È ancora lì, non se ne va via. C’è poco da ragionarci su. E poi a che serve capirne il motivo? Se si ha mal di stomaco, se si sente che bisogna cacciare mica si sta lì tanto a pensare Che cos’è che non ho digerito? Perché non ho digerito? Può capitare che ci si faccia quelle domande ma poi ci si prepara acqua calda e limone e bon. O va tutto giù o torna tutto su e il problema è risolto. In questi casi, al di là del volersi prendere a schiaffi perché non si ha nessun valido motivo per star male, al di là di questo che cosa si fa? Cos’è l’acqua calda e limone di questi malori?

ad alcuni


Ieri sera sono andata a sedermi su una seggiola, una delle tante che c’erano nel cortile del ducale, e lì seduta sono stata ad ascoltare alcune poesie (tradotte in italiano) di Wislawa Szymborska. Le leggeva Lucia Maglietta. No, leggeva non è giusto, le recitava. Alcune le avevo lette, alcune non le conoscevo. Quelle che avevo letto per conto mio e che ho sentito ieri suonavano differenti. Non voglio dire meglio, neppure peggio. Diverse. Sul palco c’era anche una pianista Angela Annese. È stata una bella serata. All’inizio, quando l’organizzatore ha fatto il suo discorso introduttivo (quell’incontro inaugurava la 18° edizione  del festival internazionale della poesia) a me è sembrata una serata che non prometteva niente di buono. Alle mie orecchie quel discorso lì sembrava tanto un Noi, noi che amiamo la poesia, ce l’abbiamo più lungo e speriamo che domani sera quando invece di essere qua saremo in piazza delle erbe la gente, per lo più giovani che saranno lì a bersi i loro mojito, decida di piantar lì e venire ad ascoltare. E a me quel discorso faceva un po’ pruder le mani. Anche senza un po’. Poi invece è stata una bella serata. Non sempre le prime impressioni sono quelle giuste. La prima poesia, forse non era la prima prima ma sicuramente era tra le prime era Ad alcuni piace la poesia. Ecco, a me, anche se io non conosco la sua opera, anche se ho solo letto qualcosa qualche mese fa, a me sembra che lei non avesse in testa (e in cuore)  un meglio o un peggio, un giudizio, né su chi legge poesia né su chi la ama e neppure su chi ci si appoggia. 


Ad alcuni piace la poesia
Ad alcuni -
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.

Piace -
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.

La poesia -
ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.

mercoledì 6 giugno 2012

dei remi







Capisco che ognuno di noi, … , si costruisce come può dei remi e l’unica cosa davvero importante sarebbe non sbatterci quei remi sulla testa l’un con l’altro.

Se ti abbraccio non aver paura – Fulvio Ervas – pag.150

martedì 5 giugno 2012

chiocciola


Ero stanca ma non stanchissima, ero stanca solo un po’. Dai, mi dicevo, mando ancora questa mail e me ne vado a casa. Mi metto lì a scrivere, dovevo contattare sei studenti e proporre loro tre possibili date per delle esercitazioni, una settimana a luglio, una ad agosto (che secondo me non la prendono minimamente in considerazione) e una a settembre. Scrivo, copio i sei indirizzi e invio. Dopo un istante una mail ritorna indietro. Ho fatto uno dei miei casini e ho scritto l’indirizzo sbagliato, pensavo. Poi controllo e no, l’avevo scritto proprio come l’avevo ricevuto dalla segreteria, tizia.caia(at)gmail.it. Mah. Poi vedo che ci sono anche i numeri di cellulare. Mentre la chiamo penso, Sarà che sia giusto punto it. Risponde.
- Buongiorno parlo con Tizia Caia?
- Sì, sono io.
- Sono Latte Aigomiti, l’ho chiamata per le esercitazioni, penso di avere il suo indirizzo di posta sbagliato perché le ho scritto una mail ma mi è tornata indietro. Il suo indirizzo è tizia punto caia gmail punto it?
- Ha dimenticato la chiocciola.
- :-D No l’ho messa, è sicura che sia punto it e non punto com?
- Ah, sì deve essere punto com, mi sbaglio sempre.
Poi bon ci siamo salutate. Ho provato con punto com e la mail non mi è tornata indietro. Non so perché, ma a me, dopo quella telefonata, è venuto su del buon umore ed è passata anche la stanchezza, che era poca, ma c’era.

domenica 3 giugno 2012

ha preso la rincorsa



Erano due puntini rossi, grandi uguali,  son comparsi insieme. All’inizio non ero proprio sicura che lo fossero. Poi sì. Qualche giorno fa uno ha preso la rincorsa. Venerdì è sbocciato. Alla sera si chiude, di mattina si riapre. Secondo me ce la fa anche il secondo, basta lasciargli il tempo che gli serve, non mettergli fretta.

la meraviglia più grande


Sara si ritrovò a ridere fra le lacrime. Il pianto e il riso: se arrivano insieme è la meraviglia più grande. Lei lo imparò quel giorno.
La foto sulla spiaggia – Roberto Riccardi – pag. 147

coincidenze e regali


Ieri sera pensavo che se riuscivo a passare il sabato senza arrabbiarmi nonostante l’autoinvito della suocera e della cognata, che per fortuna arrivavano con il papà di Daniele una e con il fidanzato l’altra, poi mi facevo un regalo. E adesso devo dire che è andato tutto bene e che non è stata un’impresa non arrabbiarsi e non so se un sabato così vale per avere una scusa per farsi un regalo. Però era un bel regalo quello che volevo farmi perché ieri girando ho visto che tra poco, nello stesso giorno, dovrebbero uscire due romanzi che mi attirano parecchio, scritti da due autori che leggo molto volentieri. E ieri sera pensavo, ma guarda un po’ escon (dovrebbero uscire che quel sito è poco affidabile) tutti e due il 6 giugno.
Qualcosa mi dice che io quel regalo me lo farò lo stesso,