mercoledì 14 maggio 2014

è il contrario, secondo me


Qualche giorno fa, facendo un gioco che si chiama Ricerca dei neri, che poi sarebbe uno schema di parole crociate già fatto solo che non ci sono i quadratini neri che di solito dividono le parole e al loro posto sono inserite delle lettere, se le trovi tutte e le segni poi loro fanno una frase, facendolo è venuta fuori una frase di Stendhal La noia imprigiona. Ecco lo so che non conto niente, che non mi posso permettere di contraddire Stendhal però, secondo me, è il contrario. La noia non imprigiona, libera. Almeno, la mia fantasia la noia la libera. L’iperattivismo, il non aver mai un momento per stare in pace con se a non far niente, quello imprigiona. E parecchio.

lunedì 12 maggio 2014

e continuiamo con le crocette


Oggi sull’autobus, sedute dietro di me, c’erano due ragazze che parlavano di un esame che dovevano dare. A un certo punto una ha detto all’amica No, perché è orale. A me gli orali non piacciono, bisogna parlare. Poi è andata avanti a spiegare all’amica che cosa voleva dire e le parole esatte che ha usato non me le ricordo ma il succo era Preferisco gli scritti, hai le risposte già sul foglio. Una è sbagliata, e si vede, devi scegliere tra le altre due. Agli orali non c’è una traccia da seguire, devi parlare. E a me, che son stronza nell’animo, è venuto da pensare Ma dai? Agli orali devi parlare? 

sabato 10 maggio 2014

autocritica


Domenica camminavo per via XX e ho notato che i mosaici del pavimento che ci sono sotto i portici, e che hanno appena restaurato, sono già tutti pieni di macchie nere, quelle che si formano pestando le gomme da masticare. Che peccato, pensavo, non costerebbe tanta fatica buttarle nel cestino. Avevo fatto quel pensiero che, avendo finito una sigaretta, l’ho buttata a terra e l’ho pestata. Che cafona che sei, mi son detta. E adesso son cinque giorni che se butto per terra una sigaretta, e mi è capitato perché le abitudini son difficili da cambiare, lo noto e penso Ma casa tua le sigarette le spegni sul pavimento? E mi vien da pensare che l’autocritica dovrebbe essere una materia da insegnare a scuola. Alle elementari. Impari a leggere, a scrivere, a far di conto, impari un po’ di storia, un po’ di geografia, un po’ di scienze. Va bene, son tutte cose importanti che ti permetteranno poi di avere un modo per capire che cosa ti sta succedendo intorno. Ma secondo me dovrebbero insegnare anche dei rudimenti di buona educazione e dei rudimenti di autocritica. Anche quelle sono cose che servono per stare al mondo. Le lasciano tutte e due a carico unicamente della famiglia. Son mica convinta che sia una buona idea. E questa mattina, mentre facevo colazione, pensavo a delle cose che son successe mercoledì e ieri, cose che mi han portato tutte e due le volte a pensare Ma non te l’ha metto nessuno che non esisti solo tu? E la cosa, per un certo verso, è collegata a quella cosa lì, quella dell’educazione e dell’autocritica. 

giovedì 8 maggio 2014

hanno insegnato come se al mondo


E l’indomani è arrivato da Gerusalemme, scalpicciando nella neve, un manipolo di due poliziotti militari e un interprete, si trattava di Roger Evans, laureato al Queen’s Collage di Oxford, uno dei tanti orientalisti formatosi nelle nostre Università, che conoscono a menadito tutti i misteri del Corano, però se devono chiedere in arabo una tazza di caffé la mente gli si confonde e perdono la favella, perché i loro professori, che non si sono mai recati più a oriente dell’altra sponda del fiume che passa per Oxford, hanno insegnato loro l’arabo come se al mondo gli Arabi non esistessero affatto, proprio come i loro illustri colleghi insegnano il latino e il sanscrito, e Evans era tutto incollerito perché l’aveva sballottato per tutta quella strada in una notte così fredda, rabbioso perché avevano osato disturbarlo per un pastore impazzito, che se ne stava seduto in un angolo, avvolto nella sua abbayiah, a testa china.

Il signor Mani – Abraham B. Yehoshua – trad. G Sciloni – pagg. 194-195

sabato 3 maggio 2014

mi ricordo


Mi ricordo che quando mia nonna, la mamma di mia mamma, sentiva dire da qualcuno che il denaro è lo sterco del diavolo diceva sempre, più o meno ad alta voce a seconda del grado di confidenza che aveva con chi aveva detto quella frase, Speriamo che caghi tanto. E io non so perché questa mattina mentre facevo colazione mi è tornato in mente, so però che ricordarmelo ho sorriso e quel sorriso me lo sto portando avanti da qualche ora.

venerdì 2 maggio 2014

oggi


Oggi, non fosse stato per il tempo piovoso e anche freddino, sembrava il sedici agosto. Una pace in lab, un silenzio, una tranquillità che sarebbe bello poter lavorare sempre così. 

giovedì 1 maggio 2014

mai più


Non avremo mai più mosconi che girano per casa, neanche mosche. Emir ha messo a punto una strategia di caccia che non perdona. Star lì a vederlo mentre la punta, le miagola pianissimo con la pelliccia che fa come dei tremiti, la insegue, lì bisogna togliersi dal suo tragitto perché ti salta addosso considerandoti parte dell’arredamento di casa e non sempre le unghie stanno dentro le zampe, e poi la imprigiona contro il vetro, aspetta, prova a vedere se tenta di volare ancora, la imprigiona di nuovo, e alla fine felicissimo se la mangia, è uno spettacolo commovente.