C’è questa collega del laboratorio vicino a quello dove lavoro io che è un po’ pazza. Non sono l’unica a sostenerlo, siamo in tante (siamo quasi tutte donne a quel piano). A volte pensiamo che sia dovuto agli sbalzi ormonali a volte siamo dell’idea che sia proprio il suo carattere. Sta di fatto che oggi mi ha incontrato per le scale e mi ha benedetto. Io l’ho guardata sgranando gli occhi, ho provato a risponderle, lei è andata avanti a urlare e così l’ho lasciata urlare. Tornata al mio bancone ci pensavo. Più ci pensavo più mi saliva il nervoso. Non riuscivo a non pensarci, era un continuo: ma non è possibile farsi svalangare così senza ragione. L’ho raccontato alla mia amica C. e lei mi ha detto che se fosse capitato a lei l’avrebbe rivoltata. Poi, dopo neppure un’ora, C. mi dice: stai sorridendo, a cosa stai pensando? Il potere salvifico delle belle pagine, le ho risposto, nel libro che sto leggendo quello che io dico alta un metro e un tappo è scritto alta un metro e un righello. Pensavo che la pazza è alta un metro e un righello ma il righello devi aggiungerlo dal lato corto. Ecco, a pensare al metro e un righello e alla pazza mi vien da sorridere.
2 commenti:
Latte, ti voglio ogni giorno sulla mia scrivania. sei incredibilmente adorabile.
la collega pazza un po' meno.
mi fai arrossire Calzino. Comunque la cosa di stare un po' sulla tua scrivania mi intriga. Potremmo pensarci, magari una forma di mutuo soccorso, io vengo un po' a stare sulla tua scrivania e tu vieni un po' a stare sul mio bancone (di preparo un angolo bello pulito senza schifezze da lab in giro)
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