venerdì 29 luglio 2011

18 - parlante inglese

Qua mi stan prendendo tutti per parlante inglese, anche nelle chiese, e sì che quando entro dico: Buongiorno. Non che normalmente entrando in chiesa io mi metta a salutare ma qua le chiese son quasi tutte con l’ingresso a pagamento e, niente, io dico buongiorno e loro mi danno il cartoncino con le notizie relative alla chiesa in inglese. L’avete per caso in italiano chiedo? E loro mi danno quello giusto, ma sorpresi. (Per entrare nelle chiese si può fare un biglietto cumulativo: dieci euro per quattordici chiese ma le chiese te le scelgono loro. Allora bisogna star attenti, c’è da guardare la lista delle chiese, poi se son più di tre nella lista quelle che si vogliono vedere conviene perché l’entrata varia dai due euro e mezzo a tre. Dura un anno quel biglietto.) Anche oggi a San Polo stessa storia, allora chiedo quello in italiano e il ragazzo mi risponde: ti avevo presa per inglese. Eh, gli ho detto. E lui: invece sei la decima italiana che entra oggi (pausa lunga) nove erano parocchiane. Hai alzato la media. Ci siamo messi a parlare del fatto se sia giusto o no far pagare un ingresso per entrare in chiesa, di finanziamenti, dei soldi della chiesa e dello scollamento (scollamento è suo non mio) tra la istituzione chiesa e le realtà parrocchiali. È stato interessante, non la pensavamo alla stessa maniera ma era una persona con la quale si parlava volentieri. Comunque a me non dà fastidio pagare un ingresso per vedere una chiesa. L’ingresso per vedere la casa di Goldoni lo pago, cinque euro, son solo tre stanze quelle che ti lasciano vedere, senza mobili, e la cosa più bella: uno spioncino nel pavimento di quella che era la sala che permetteva di vedere l’ingresso in casa dal canale (così quei furboni dei Goldoni sapevano chi arrivava, altro che videocamera) lo tengono malissimo e non ne conoscono l’esistenza. È venuta la custode a chiedermi perché mi ero inginocchiata e allora gliel’ho mostrato (era indicato nella mia bellissima guida nuova) e le ho anche fatto notare (con gentilezza) che è tenuto così sporco che non solo ti devi inginocchiare per vedere qualcosa ma devi anche star lì a guardare tra una mosca morta e un gatto di polvere.

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