Venerdì in via Sanvi ho visto un gruppetto di ragazzini, erano in cinque, due non stavano bene in piedi, ridevano, urlavano. Camminavano nella direzione opposta alla mia. Stavo per entrare in un negozio di pasta fresca quando ho ricevuto un pugno su un braccio. Non me l’aspettavo, vederli li avevo visti ma non pensavo che menassero. Ho barcollato ma non sono caduta, mi sono voltata e gli urlato un Ma sei deficiente? Lui rideva, gli altri lo applaudivano. Quello che mi ha fatto più male è stato vedere che nessuno diceva niente. C’era gente, non erano neppure le sette, proprio vicino a me c'era una coppia, mi pare impossibile che non abbiano visto. Son due giorni che quando ci penso mi monta il nervoso. Ieri ci pensavo di più, oggi meno. Quando ‘sta mattina sul tardi, ché prima mi son finita Un ragazzo e una colomba e poi ho stirato due pezzetti, sono andata a lavarmi ho visto il livido e mi è salito il nervoso. Basta Latte, ho detto alla Latte nello specchio, gli hai già dato troppo peso a ‘sta cosa, va a farti un giro. Così sono uscita e mi sono comprata un mazzo di tulipani arancione, bellissimi, e in piazza Matteotti mi sono seduta a un tavolino a bere un bicchiere di Pigato. Me ne sono stata lì al sole, a vedere il retro di San Lorenzo. A sentire tre che suonavano, uno il violino, uno la chitarra e uno il contrabbasso. Si stava benissimo. Sembrava di essere in vacanza. Poi quando son tornata era tornato anche Daniele dalla sua corsa. Dopo pranzo mi sono letta La morte di Ivan Il’ic e alle cinque mi è venuta voglia di mettere su il ragù. Tra poco lo spengo. Quelli passati così, sabato a pulir casa, sabato sera al cinema e la domenica a far quello che mi pare sono i fine settimana che preferisco. Che bello sarebbe far la casalinga ricca. Va be’, domani si lavora, ma per domani sera c’è già mezza cena pronta.
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