‘Sta mattina mi son passati per la testa dei pensieri genetici ma non stavo pensando al mio lavoro. Pensavo a ieri pomeriggio, a come son stata bene ieri pomeriggio lì, comoda nella mia poltrona in sedicesima fila, con Marco Paolini che mi raccontava delle cose. Va be’ non le stava raccontando solo a me ma che importa? E poi pensavo a quanto è bravo, a quanto è bella la sua voce (anche
gli occhi, io insisto, son belli ma da dov’ero io non si poteva goderne), al fatto che ha dei testi molto belli e delle pause, o dei tempi se si preferisce, nel raccontare che per me sono bellissimi, che mi stupiscono, e che quest’insieme di testo e modo di raccontare mi fa rimanere incollata a sentire. (E qua ci sarebbe sempre quella domanda del cosa e del come, quella che ogni volta che me la faccio non so mica rispondere, che il cosa è importantissimo, per me, ma anche il come ha il suo bel perché che la cosa più interessante e più bella messa giù male poi diventa inascoltabile o inleggibile). E pensavo che son proprio contenta che da Genova ci passi spesso. Ecco, questi erano i miei pensieri quando è arrivato il pensiero genetico: ma Paolini ha figli? Figli è da intendere come figli o figlie, ché l’italiano è una bella lingua ma è un po’ maschilista e allora poi quando si intendono sia maschi che femmine bisogna mettere il plurale maschile. Non mi sembra, mi son risposta. E poi mi son persa via pensando che se era così era un peccato. Perché sarebbe realmente un peccato, per come la vedo io, che tutto quel bel DNA non possa continuare a girare per il mondo tra cento, duecento, mille anni. Quel bel DNA che potrebbe mischiarsi ad altro e cambiare rimanendo in parte uguale. E a me questo pensiero qua, del fatto che il DNA possa andare a passeggio per la faccia della terra molto più di noi è una cosa che mi piace e che mi viene in mente spesso quando penso a qualcuno che mi piace, o a cui voglio bene, o che stimo. E anche se, secondo me, alla maggior parte delle persone vien da dire: ma che cosa ti importa se ha figli? a me importa ma in un modo che non so se chi non è nella mia testa lo capisce.
2 commenti:
A me piace pensare che in tedesco tutto ciò che dà la vita è di genere femminile.
Di solito i fiumi sono femminili (a parte alcune accezioni), gli alberi sono femminili, i fiori sono femminili.
@Giovy: ;-P mi son messa a pensare che cosa mi ricordo. Fiumi: solo Danubio, Alberi: nulla, Fiori: rosa, giglio, stella alpina e ninfea. e mi è venuto che secoli fa, ero babanetta e romantica, mi piaceva una poesia che aveva dentro una Wasserlilie. Ti viene in mente qualcosa? Mah, forse era Heine, in quel periodo mi piaceva molto, adesso è un sacco che non lo leggo.
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