giovedì 16 febbraio 2012

saper vendere

Io non mi abituerò mai ai/alle commessi/e di questa città. Non tutti, sia ben inteso, c’è anche gente normale, ma la maggior parte non fai tempo a entrare che ti ringhia contro un: Desidera, che si vede benissimo che preferiva che tu non entrassi ma che, dal momento che sei lì, è meglio non ignorarti che poi, lasciata a te stessa, fai sicuramente dei danni. Magari ti viene l’idea di aprire una maglia per vedere com’è. La stessa cosa con i rappresentanti, forse è ancor peggio con i rappresentanti perché quelli te li ritrovi tra i piedi senza preavviso. Non hai la possibilità di abituarti all’idea delle possibili ringhiate. Anche lì non tutti, che per fortuna gira anche della gente normale, qualcuno è anche simpatico, ma molti li prenderei a badilate in testa, ci fossero dei badili a portata di mano in laboratorio. L’altro giorno ne è passato uno, si è presentato e, senza porsi minimamente la domanda se avevo del tempo o se stavo facendo una cosa che non poteva essere interrotta, ha tirato fuori il catalogo. Sa sono nuovo della zona, mi ha detto, ho rimpiazzato Caio e così vorrei farmi conoscere. Io gli ho detto che da quella ditta ogni tanto ordiniamo qualcosa e che stavo finendo un prodotto. Senza urgenza, gli ho detto, l’ordine pensavo di farlo alla fine del mese prossimo ma se mi fa già avere un’offerta con validità di almeno tre mesi mi fa un favore. E poi gli ho detto di cosa avevo bisogno. Ora, io Mi fa un favore glielo detto perché volevo essere gentile, non era proprio una cosa da prendere alla lettera. E lui, invece di essere contento, che so, fare una cosa assurda come segnarsi su un’agenda che cosa volevo ordinare, mi ha piazzato il suo cartoncino in mano (con tanto di foto, una cosa orrenda a vedersi) e mi ha invitato ad andare sul sito della ditta, cercare il numero di catalogo, scrivergli una mail indicando che cosa mi serviva, il codice e il quantitativo. Andiam bene, pensavo tra me e me, poi l’ho tagliato e sono tornata a fare quello che stavo facendo prima che arrivasse. Oggi nella posta trovo una sua mail, il mio indirizzo l’avrà trovato da Caio, nel testo c’era scritto: Sono Pinco Pollo, della ditta Pallino, penso che lei si ricordi di me, sono passato all’inizio della settimana. Sto ancora aspettando la sua richiesta. Cordiali saluti. Pinco Pollo. A me non sembra il modo di fare il rappresentante, a una come me, con il brutto carattere che ho io, vien subito voglia di cercare un’altra ditta che abbia lo stesso prodotto. Io ‘sta cosa qua, che devo fare una parte di quello che dovrebbe essere il suo lavoro non va. Allora preferisco le ditte che non hanno rappresentanti, quelle che ti cerchi su Internet, che hanno il loro bravo ufficio vendite e bon, scrivi la mail e chiedi l’offerta. Cosa passi a fare se poi non fai nulla? A distribuire fotografie?

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