domenica 12 febbraio 2012

.epud

Ho letto il mio primo romanzo formato epud. Non c’era altra scelta. Non era questione di aspettare o di pagarlo di più. Così mi sono dovuta rassegnare e leggere qualcosa di più lungo di un racconto o di un articolo dallo schermo. Mi son dovuta anche cercare un programmino per poterlo fare, il primo che ho trovato (quello che poi ho usato) è stato calibre. Quando ho visto che c’era la possibilità di convertire il file in pdf ero fin contenta. E invece, ‘sta cippa, il file pdf era orrendo, mezza frase per pagina. Ho provato due volte. Stesso risultato. Potevo cercare un altro programma ma non ne avevo voglia. Hanno vinto la curiosità e la pigrizia, mi son messa a leggerlo dallo schermo. È un tipo di lettura che non fa per me. Al di là del fatto che, per me, un libro è bello da tenere in mano anche le posizioni che puoi avere mentre leggi sono completamente differenti. Il restare davanti allo schermo ti limita di molto i movimenti, anche se hai davanti un portatile piccolino. Almeno, a me è successo così. Poi mi sembrava di aver davanti un rotolo. A me piacciono le pagine, che fine hanno fatto le pagine? Magari con quegli affari fatti apposta le pagine ricompaiono. Magari è solo questione di abitudine. Poi mi è venuto in mente che anni fa dicevo: io un telefonino non me lo comprerò mai, e invece ora il telefonino ce l’ho. Boh, vedremo. Intanto sono contenta di aver provato, almeno un passo avanti rispetto a certe posizioni piene di certezza che ho avuto per tanti anni l’ho fatto. Il romanzo mi è piaciuto anche se meno del primo romanzo che ho letto dello stesso autore.

E adesso, proprio adesso adesso, mi è anche venuto in mente che un mio ex capo mi aveva soprannominato Flintstones. Era un soprannome che mi stava bene. Ho sempre guardato il nuovo con diffidenza. È così, se mi dici vecchio io mi avvicino, mi dici nuovo e io mi allontano.

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