lunedì 27 febbraio 2012

un ricordo



Vedendo una foto è tornato un ricordo. Siam ben fatti strani, son ben fatta strana.

C’è stato un periodo, breve, meno di un anno, che ho pensato di fare l’etologa. Era successo dopo che ero andata a sentire un seminario di un etologo italiano. Avevo letto i sui articoli, uscivano sull’Espresso, mi sembra che si chiamasse Zoo aperto quella rubrica, e forse è anche uscito libro che li raccoglie, non son sicura, dovrei controllare ma non ne ho voglia. Avevo preso la bicicletta, vivevo a Pavia in quel periodo, ed ero andata a sentirlo. Era stato molto bello, mi piaceva il modo che aveva (e che penso abbia ancora) di ragionare, di farsi delle domande e trovare dei possibili modi per trovare le risposte. Mi ricordo che tra le domande che si era posto ce ne era una che mi divertiva: i topolini imparano ad aprire i barattoli svitando il tappo con le due zampette anteriori perché lo vedono fare dalle loro mamme o ci sono topini che geneticamente sono predisposti per risolvere quel problema, abbattere il barattolo, spingerlo contro un muro e svitarlo? Mi sembrava che sarebbe stato un bel lavoro. Mi piaceva quel misto di genetica e apprendimento che stava alla base delle sue domande. Poi niente, a quel dottorato entravano quattro persone all’anno, sapevo che non ce l’avrei mai fatta, non ci ho nemmeno provato.

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