lunedì 12 settembre 2011

una che pensa sbagliato

Una magari pensa che alle nove e quaranta la giornata sia ormai finita. Magari pensa di distendersi sul divano e andare avanti a leggere il libro che ha iniziato in autobus la mattina. Magari prima è lì che pensa, ‘spetta, fammi vedere se mi sono dimenticata qualcosa. No, fatto tutto. Mi sono anche ricordata che oggi era il primo giorno di terza di mia nipote e me lo sono fatta raccontare. E invece pensa sbagliato, lei pensa sbagliato perché suona il cellulare, è il capo che dice che ci sono i pompieri davanti al laboratorio e che non hanno le chiavi. E a quella lì che pensava: bon per oggi basta, tocca rivestirsi, chiedere al fidanzato se la accompagna, che a quell’ora gli autobus sono pochissimi, e andare di nuovo lì. E mentre va pensa: quanti litri di etanolo abbiamo in laboratorio? E di metanolo? Quante bombolette da campeggio del gas? E poi, arrivano e c’è l’allarme che suona ma per fortuna non brucia niente e i pompieri non ci sono più, se ne sono andati. E deve andare in portineria, far chiamare di nuovo i pompieri (quelli interni dell’ospedale) e entrare con loro (due pompieri davanti e lei dietro), e aprire tutte le stanze. Siamo entrati e c’era ‘sta sirena assordante che da fuori era forte ma da dentro era proprio assordante e che cos’era? Un sensore impazzito. L’hanno svitato, ci hanno soffiato dentro e l’hanno riavvitato. Fine della storia.

Domani faccio una copia delle chiavi e la lascio in portineria. Anche se secondo me è l’ospedale che dovrebbe prendersi carico di queste cose organizzative io non rischio, faccio una copia e la lascio lì e farò così tutte le volte che, per un motivo o per l’altro, si cambieranno le chiavi dell’ingresso.

2 commenti:

Sere ha detto...

La cosa che mi piace di più è la parte iper-tecnologica del "ci hanno soffiato dentro". Tipo quando non ti va il caricabatterie del telefono, ma in una atmosfera da thriller.

latteaigomiti ha detto...

@Sere: è stato molto istruttivo, una volta che hanno spento l'assordante sirena. Ho visto come si illuminano le vie di fuga e ho scoperto che il sensore che fa partire l'allarme rimane con la luce rossa fissa mentre gli altri l'hanno intermittente. E poi quando l'hanno individuato e gli ho detto che non potevano esserci fughe di azoto perché quello è al piano di sotto li ho visti svitarlo, soffiarci dentro e riavvitarlo e (con grande sorpresa mia) la cosa ha funzionato alla meraviglia.