Caro zio Wolfgang
grazie per la bella serata. Son stata proprio bene, è bello vedere che anche se non ci frequentiamo molto negli ultimi anni ogni volta che ci si vede ritroviamo il modo di stare insieme. Devo riconoscere che sei un ascoltatore fantastico, anche quando parto con le mie lamentazioni non stacchi l’ascolto (ad essere sincera non riesco a capire come fai, fossi stata in te io ieri sera sarei partita per uno di quei bei viaggi che si fanno rimanendo del tutto fermi). Oggi venendo a lavorare ripensavo al tuo consiglio, a quello da cui mi lascio condizionare e alla libertà di scelta che vorrei in parte recuperare. Mi sa però che ho ancora bisogno del tuo aiuto perché ho rifatto lo stesso errore. Sono punto e a capo. Cioè non proprio allo stesso punto, ora so perché ho detto di sì, per l’ennesima volta, anche se volevo dir di no. So che l’ho fatto perché mi sono fatta condizionare dall’idea che chi mi ha fatto la domanda ha di me, o meglio dall’idea che io penso lui abbia di me, però il risultato non cambia molto. Va beh, non posso neppure pretendere di cambiare da un momento all’altro. Ci vuol pazienza, bisogna esercitarsi.
Un abbraccio, bis bald
deine Latte
Giuseppe Verdi
16 ore fa
2 commenti:
detto Wolf?
sì, detto Wolf tra noi nipoti (sia nipoti di zio che nipoti di nonno) ma mai nessuno si è azzardato a chiamarlo Wolf, incute troppa soggezione ma ti assicuro che è più buono del pane.
Posta un commento