domenica 24 aprile 2011

della lettura


L’altro giorno mi è arrivata una mail che mi ha incuriosita. C’era scritto che sabato 23 aprile, giornata mondiale del libro e della diffusione della lettura, Books in the casba & Books in organizzavano una lettura itinerante. Un filo invisibile di parole e talee unirà le due librerie, c’era scritto. E poi finiva con: siete invitati a partecipare portando un vostro libro da propagare. E così mi son detta: quasi quasi vado a vedere di che cosa si tratta, e, subito prima di uscire ho anche preso su un libro che mi piace molto e che non so più quante volte ho letto, otto? nove?, va tu a ricordarti. Che la prima volta era luglio ’99 e l’ultima era luglio dell’anno scorso son sicura però. Andando alla libreria mi dicevo: se pensano che io legga ad alta voce si sbagliano di grosso. Non lo farò mai. Verranno mica a controllare se ho un libro in borsa? mi chiedevo. Poi invece è successa una cosa strana, che eravamo in pochi, saremo stati una decina, ognuno leggeva ad alta voce, ma leggevamo tutti insieme, ognuno il suo libro e intanto si camminava per i vicoli. Ogni tanto ci si fermava, ci si appoggiava a un muro o anche no, ci si fermava in una piazza, poi si continuava. Una stava attenta a non perdere lettori per strada, che se si legge mentre si cammina mica si sta molto attenti a dove vanno gli altri, agli altri dai un’occhiata svelta mentre volti la pagina ma può non bastare se cammini nei vicoli. E così, pagina dopo pagina, mi sono ritrovata che ho realmente letto, a bassissima voce, per quasi un’ora, andando avanti e tornando indietro, cercando delle pagina, ritrovandole, e son stata bene a leggere a bassissima voce quel libro insieme agli altri che anche loro leggevano a voce più o meno alta i loro libri. E non so, mi sa che visti da fuori sembrava che non avessimo tutti i venerdì, ma quella cosa fatta insieme a me è piaciuta, come mi è piaciuto il bianco con focaccia che ci siamo fatti una volta arrivati da Fabio, mentre parlavamo di come si possono usare i libri destinati al macero. Anche per piantarci delle piantine. Proprio dentro nei libri, scavando nelle pagine, mettendoci dentro terra e piante, per lo più grasse e piccine. Vengon fuori delle cose bellissime.

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