Questa mattina sull’autobus ho letto la Nota sull’uso del dizionario di un libro che stavo per iniziare. Io quando trovo le note alla pronuncia le leggo sempre, con attenzione, prima di iniziare a leggere il libro, sia che siano parte integrante del libro siano che messe un po’ nascoste. Poi, quasi sempre non le riguardo più, non ci torno quando trovo le parole che non so leggere. Non le uso quando dovrei. Quando trovo le parole che non so leggere le leggo un po’ come mi pare, valendomi di quel privilegio che ognuno si prende, più o meno in pace con se stesso, quando legge tra sé e sé. Mi piacciono molto le note alla pronuncia, mi sono messa in testa che, se si mettono, se si spende tempo e energia a scriverle allora valga la pena leggerle con attenzione. A volte mi capita anche di confrontarle, mi prendo altri libri e guardo se gli esempi fatti sono gli stessi o differenti, se mi immaginavo il suono corretto. Se mi torna il suono che avevo dato a quei segni. Oggi non potevo farlo, ero in autobus. Non avevo altri libri con me.
Nella nota di oggi ho letto:
kaf è il suono emesso quando si vuole far salire il catarro in bocca
àyin è un blocco glottidale forte, come nella parola siciliana ‘aglio’ (a”yio)
shva è la vocale che si ottiene emettendo un suono a bocca aperta con le labbra rilasciate, come quando si prende tempo non sapendo cosa rispondere (*).
Io no so come andrà avanti questo libro ma l’inizio mi sembra molto promettente.
(*) Dizionario affettivo della lingua ebraica Bruno Osimo
Giuseppe Verdi
7 ore fa
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