lunedì 23 luglio 2012

1 - oggi


Oggi davanti a me sulle scale che portavano al binario 8 c’era una ragazza che raccontava ad una sua amica che lei, da bambina, giocava sul terrazzo di sua cugina con i Cicciobelli. Non avevo mai riflettuto su quali fosse il plurale di Cicciobello.

Oggi il Genova Milano delle 12.10 aveva dieci minuti di ritardo e dal momento che io ne avevo quindici per prendere la coincidenza ho chiesto al controllore se secondo lui si riusciva a recuperare qualche minuto. Lui ha guardato il biglietto, era di quelli che compri con il computer e poi ti fai la stampa, ha fatto due conti e mi ha risposto Lei vada avanti avanti poi corra e lo prende. Aveva ragione, sono andata avanti avanti, ho corso e l’ho preso. Il fatto che le frecce si riconoscono senza perder tempo a guardare il numero del binario ha aiutato.

Oggi sul vaporetto c’era una al timone, si chiamano capitani anche quelli dei vaporetti? penso di sì ma non lo so, che doveva essere alle prime armi. C’era vento, non riusciva ad accostare all’imbarcadero di Rialto e la corda era troppo corta per lanciarla da dove riusciva a stare, non ci arrivava. Ci ha provato cinque volte poi ha deciso di saltare la fermata. Alla terza volta è andata nel pallone e ha fatto la retromarcia senza suonare. Si son sentite delle parole non troppo belle in risposta a quella manovra. Capisco che è stata una manovra pericolosa per la barca che era subito dietro però pativo per lei e per il gran vociare di tutti i passeggeri. Le altre fermate le ha fatte più meno senza problemi. Ero vicino alla cabina e ho sentito la telefonata che ha fatto per denunciare l’errore commesso e la fermata saltata. Mi faceva tenerezza, sarei andata lì a farle coraggio.

Oggi sempre sul vaporetto vicino a me c’era un signore con i pantaloni rosa e la maglia a righe bianche e rosa. Uno che ha urlato Malli subito la corda! a un turista che da terra per aiutare aveva preso la corda in mano all’imbarcadero di Rialto. Poi più piano aveva detto Ci manca solo uno in canale adesso. Quando stava per scendere mi ha detto Vuol venire a sentire un concerto in Piazza? No, grazie è stata la mia risposta, poi ho aggiunto Ho la valigia. Quando è andato ci siamo salutati. Chissà che concerto era, non gliel’ho chiesto, chissà come è stato.

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