domenica 6 maggio 2012

bivalvi


Ci sono dei molluschi bivalvi che te li compri, poi li togli dalla retina e li lasci un giorno in acqua e sale. Se fa freddo metti la pentola sul terrazzo, se fa caldo in frigorifero. Poi durante l’arco di quella giornata, una volta cambi l’acqua, sempre mettendoci del sale che loro sono dei bivalvi marini e l’acqua la preferiscono salata. Poi le prendi e, una a una, le batti sul lavandino ché se una è morta allora può avere dentro la sabbia e se la lasci insieme alle altre rovina tutta la bagna. Una volta che le hai controllate tagli l’aglio a pezzi grossi, così poi li vedi e se vuoi li mangi se no eviti, e tagli anche del prezzemolo ma dopo averlo lavato. Poi metti una pentola sul fuoco, ci metti l’olio, scaldi, ci metti l’aglio, aspetti che si imbiondisca (chissà chi è stato a usare per primo imbiondire per l’aglio e la cipolla) ci butti i molluschi bivalvi, metà del prezzemolo, uno e due peperoncini spezzattati (poi mi raccomando non grattarsi gli occhi con quelle mani), un bicchiere scarso di vino bianco e alzi il fuoco, appena vedi che si stanno aprendo abbassi e metti il coperchio. Tempo di metter giù due piatti (anche qualcuno in più se si vuole) e sono pronte. Togli il coperchio, ci dai una remesciata per controllare che siano tutte aperte ché la mamma ha inculcato che se son chiuse non le si mangia (intendo dopo averle aperte a forza) e aggiungi a freddo l’altra metà del prezzemolo.
Ecco io lo so che è una cosa crudelissima, so che se ci si ferma un attimo a pensare a quello che si sta facendo, alla strage che si sta facendo, poi si fa fatica a mangiarle, però. Però, non so, sarà la mia parte Crudelia De Mon ma io le vongole le trovo buonissime.

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