Ci sono dei molluschi bivalvi che te li
compri, poi li togli dalla retina e li lasci un giorno in acqua e sale. Se fa
freddo metti la pentola sul terrazzo, se fa caldo in frigorifero. Poi durante
l’arco di quella giornata, una volta cambi l’acqua, sempre mettendoci del sale
che loro sono dei bivalvi marini e l’acqua la preferiscono salata. Poi le
prendi e, una a una, le batti sul lavandino ché se una è morta allora può avere
dentro la sabbia e se la lasci insieme alle altre rovina tutta la bagna. Una
volta che le hai controllate tagli l’aglio a pezzi grossi, così poi li vedi e
se vuoi li mangi se no eviti, e tagli anche del prezzemolo ma dopo averlo
lavato. Poi metti una pentola sul fuoco, ci metti l’olio, scaldi, ci metti
l’aglio, aspetti che si imbiondisca (chissà chi è stato a usare per primo
imbiondire per l’aglio e la cipolla) ci butti i molluschi bivalvi, metà del
prezzemolo, uno e due peperoncini spezzattati (poi mi raccomando non grattarsi
gli occhi con quelle mani), un bicchiere scarso di vino bianco e alzi il fuoco,
appena vedi che si stanno aprendo abbassi e metti il coperchio. Tempo di metter
giù due piatti (anche qualcuno in più se si vuole) e sono pronte. Togli il
coperchio, ci dai una remesciata per controllare che siano tutte aperte ché la
mamma ha inculcato che se son chiuse non le si mangia (intendo dopo averle aperte a
forza) e aggiungi a freddo l’altra metà del prezzemolo.
Ecco io lo so che è una cosa crudelissima, so che
se ci si ferma un attimo a pensare a quello che si sta facendo, alla strage che
si sta facendo, poi si fa fatica a mangiarle, però. Però, non so, sarà la mia
parte Crudelia De Mon ma io le vongole le trovo buonissime.
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