sabato 14 gennaio 2012

come mi sono sentita verso le due

Lei: lunga o corta?
Lui: è lo stesso, fai tu.
Lei butta gli spaghetti nell’acqua, mette il sugo nella padella, passata di pomodoro gentilmente preparata e regalata dalla suocera, accende. Punta il timer, nove minuti. Sarebbero otto a guardar sulla scatola ma in otto minuti non sono mai cotti.
Lui legge il giornale.
Lei: poi starci dietro tu che vado a stendere?
(la lei in questione ha dei forti vizi espressi, star dietro a una cosa al posto di occuparsi, prendersi cura, seguire, aiutare e tanti altri bei verbi della nostra lingua è uno di questi, il lui in questione la conosce da un bel po’ e la sa tradurre in italiano corrente)
Lui: che cosa devo fare?
Lei: ???
Lui (arrivando in cucina): cosa devo fare?
Lei: mah, che ne so, potresti star attento che l’acqua non esca dalla pentola, girarli ogni tanto, quando suona la sveglia assaggiarli, se son cotti scolarli e buttarli nella padella con il sugo. Cose così.
Lui la guarda allibito.
Lei pensa: lo so che non sei scemo, lo so che ‘ste cose le sai, è che se non stai lavorando sei mentalmente pigro e io … io oggi sono stronza.

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