Il fascino delle divise non l’ho mai capito. So che esiste però, ho conosciuto persone che lo sentono. Io no. Ci sono divise che mi lasciano indifferente (come quelle della marina) e divise che decisamente mi allontanano (in questo caso la lista è lunga) e poi c’è un’unica eccezione: il pompiere. Il pompiere mi piace. Io, se vedo un pompiere, l’occhio lo butto e spesso lo lascio là anche per un bel po’.
Poco fa stavamo mangiando un gran soleil (lo so che avevamo mangiato budino a cena però ormai erano passate delle ore, ci stava bene e poi siamo in vacanza) e io dico: ma la senti questa puzza? E lui mi risponde: no, che puzza senti? Come di gasolio, gli dico. Dopo poco insisto: ma davvero non la senti? È fortissima. Vado sul balcone e nella strada sotto la nostra stava bruciando un cassonetto della rumenta, delle fiamme altissime e dopo pochissimo c’è stato uno scoppio. Un motorino che era parcheggiato lì vicino. Sono rientrata e ho chiuso la finestra. Stavo cercando il telefono quando Daniele mi ha detto: guarda che li hanno già chiamati, sono qua. Erano arrivati i pompieri. E io da dietro il vetro del salotto son stata lì a guardarli. Erano bellissimi. Calmi, con i loro getti d’acqua, sempre più vicino al cassonetto e poi solo fumo e poi ancora a bagnare tutte le moto e le macchine. Ora sono andati. Ora si può di nuovo aprire la finestra che l’aria è respirabile.
(per la cronaca aggiungo una cosa importante: nessuno si è fatto del male)
Giuseppe Verdi
6 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento