È dalle vacanze di Natale che volevo farlo, poi non l’ho fatto e dopo è successo che non avevo mai tempo. Non è una cosa necessaria, tutt’altro, è solo una piccola cosa che mi faceva piacere fare. Una cosa da nulla: pulire le cornici d’argento. Non ne ho tantissime ma ne ho un po’. Mi piacciono. Se se ne esclude una che ha la foto di un gatto, una gatta a essere precise, le altre hanno foto o di Daniele o dei miei parenti (in una ci sono io ma è un regalo e quindi sta lì anche lei). A lui non piacciono molto ma le tollera perché sa che a me vedere in giro la mia famiglia piace. Oggi l’ho fatto. Alcune erano quasi nere ormai. Si fa una fatica bestia a farle tornare del loro colore quando sono così ossidate. Ora son qua e dal divano le vedo, son più belle ora. Mi do la sufficienza piena, di più non si può neppure a voler essere magnanimi. Però se adesso evito di far passare sette anni da una pulizia all’altra magari la prossima volta ci metto meno e vengono anche meglio.
Il prossimo libro che leggerò lo scelgo allegro, devo compensare. Oggi ho finito Settanta acrilico, trenta lana. La prima parte di quel romanzo mi è piaciuta, poi ha preso una piega che non mi convince e il finale non mi è piaciuto. Secondo me è un libro che, se uno ha mai avuto a che fare con la depressione, quella vera non quella che quando le cose vanno storte abbiamo tutti sulle labbra, è da leggere se si sta bene. Tipo se si è in vacanza con le giornate a disposizione, quando alla mattina non si sa bene che cosa si farà e poi alla sera ci si rende conto che la giornata è finita e si vorrebbe fare altre mille cose e si dice: magari domani, tanto anche domani sono in vacanza.
Giuseppe Verdi
6 ore fa
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