Oggi, sono andata in posta che dovevo pagare la tassa della rumenta. Arrivata ho preso il mio numero e mi sono seduta ad aspettare. Sono delle poste piccole, ci va poca gente, han messo delle sedie in legno tutte legate tra loro, comode. Avevo solo sette numeri d’avanti e gli sportelli erano tre, c’era poco d’aspettare, mi sono messa a guardare le persone che eran lì con me. Una signora, avrà avuto l’età di mia mamma, quando ha finito si è appoggiata a uno di quei tavoli che sembrano i tavolini del autogril ma che ha su i bollettini vuoti, era proprio vicino alla mia sedia, si è appoggiata e ha chiamato, penso, il marito. Senti, ha detto, mi ripeti il nome della medicina che in posta ho finito, ora vado in farmacia. Poi gli ha chiesto se dal panettiere oltre che al pane poteva comprare dei biscotti che nel pomeriggio avrebbe invitato Ada a prendere un caffè. Quando ha messo giù ha cercato nella borsa un’agendina telefonica, ha cercato il numero dell’amica e l’ha chiamata. Si son viste questo pomeriggio verso le quattro e mezza. A me, a vedere l’agendina, a vedere che il numero non lo cercava nell’agenda del telefonino, lo cercava nell’agendina mi è venuto da sorridere. Le avrei quasi detto: che bello vedere ancora le agendine. Quelle con gli angoli tutti rovinati. Le agendine che sono state in borsa per tanto tempo, che hanno cambiato tante volta borsa. Quasi però, son stata zitta.
Ci sono delle giornata che mi sento proprio un animale socievole. Poi, dal panettiere, ho preso anch’io dei biscotti e alcuni li ho appena cacciati dentro a un budino al cioccolato, di quelli che si fanno in pochi minuti, con le bustine, così domani quando torniamo dal mare abbiamo il dolce.
Giuseppe Verdi
7 ore fa
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