Non l’avevo mai sentito leggere. Recitare sì, tante volte in televisione, tre volte dal vivo. Legge molto bene, ‘sta sera ci ha letto La strage dei Proci. Era nel cortile di Palazzo Tursi (ingresso libero, mezz’ora prima sono riuscita a trovare un posto per terra sotto il palco, mi sa che per la comodità di una sedia bisognava arrivare con un’ora d’anticipo). Ha anche recitato, tre pezzi includendo nel conto il bis. Era accompagnato da un fisarmonicista, molto bravo anche lui. A me le parole e la musica mescolate, anche in cose che non siano una canzone, spesso piacciono. Ogni tanto saltan fuori delle combinazioni belle, è un po’ come se si esaltassero a vicenda. Ogni volta che lo sento son lì a dirmi: ma guarda che bella testa che ha Ascanio Celestini. Però dal vivo è ancora meglio. Quando si ha la possibilità di farle certe cose bisogna proprio farle, ché poi si sta bene. Non si può immaginare prima come si sta bene dopo, perché può succedere o no, però se succede poi si sta proprio bene. Non so, magari capita a tutti, ma a me, se ascolto una persona e l’ho davanti, la ascolto meglio. Mi sembra quasi che le parole arrivino più dritte. Mi sembra quasi che il fatto che sia lì a dirle le renda più preziose, che lo sforzo che fa (lo so che lo fa di mestiere ma lo sforzo rimane lo stesso) le renda un dono ancora più bello.
Giuseppe Verdi
2 ore fa