lunedì 20 giugno 2011

Tammsvik

Ieri sera, saran state le undici e mezza, minuto più minuto meno, son tornata a casa. Son stati sei giorni molto belli. Ho imparato un po’ di cose, ho vinto abbastanza bene la mia lotta con le macchie sul collo e Stoccolma mi è piaciuta molto. Lo svedese è una lingua strana, se la senti non capisci niente, neppure se quel suono è un verbo o un nome, se la vedi scritta va già un po’ meglio, alcune parole ricordano quelle tedesche. C’è una lettera bellissima, è una a con un cerchiolino sopra si legge o, non proprio o, più un suono che ricorda la o tedesca con la dieresi.
Il congresso era in un posto perso nel nulla, bello, silenzioso, in mezzo al verde, c’era anche un lago e miriadi di zanzare che erano lì a passare le vacanze, molto contente dell’arrivo dei congressisti. Un posto realmente perso nel nulla, non perso nel nulla per modo di dire, il tassista non riusciva al trovarlo nonostante il GPS acceso. Dopo un po’ che giravamo nella campagna ha chiesto a due persone che passavano di là con un cane. Meno male che le abbiamo trovate quelle due anime.

La stanza dove ci trovavamo sembrava un aula grande. Con i banchi da quattro posti, sedie dure ma comode e un bello spazio per appoggiare il libro degli abstract (non son sicura ma mi sembra che se si scrive in italiano il plurale delle parole inglesi non si metta, boh facciam che sia così e andiamo avanti) e avanzava anche spazio per il quaderno degli appunti. L’aria scuola ci portava a ritornare ogni giorno allo stesso posto. Io son finita per caso tra due che stimo moltissimo. Ho messo lì la mia roba prima di andare a fare colazione che se finisco lontana poi mi distraggo e mi metto a pensare ad altro. Ero fin imbarazzata lì nel banchetto in quarta fila con JT a sinistra e PP a destra che son ventenni o forse più che leggo i loro articoli. Speriamo che per osmosi mi sia arrivata un po’ della loro testa. Era un congresso molto democratico, tutti quelli che parlavano avevano a disposizione un quarto d’ora di tempo (totale, spazio per domande incluso).

È stato un bene essere al secondo giorno, di mattina (così non mi sono rovinata il pranzo). E poi ho potuto vedere come funzionavano le cose. Avevamo i microfoni stile Madonna, quando ho visto quella roba lì ho pensato: andiam bene, andiamo proprio bene. Il giorno dopo ho optato per la coda di cavallo (e così dietro lo passavo facilmente, senza star lì a spostare capelli) e per un paio di pantaloni (che permettevano di agganciare la scatolina senza tenerla in mano, lasciando così una mano per il puntatore e l’altra per far andare avanti le diapositive con la freccetta del computer. Alle domande sono riuscita a rispondere, era la cosa che più mi preoccupava. Una me la sono fatta ripetere che non avevo mica capito che cosa mi aveva chiesto e nella risposta ho preso la cosa un po’ da lontano. Tornata a posto mi è venuta in mente una risposta un po’ più diretta, ma comunque direi che me la sono cavata abbastanza bene.

6 commenti:

Calzino ha detto...

caro latticino, ma di cosa ti occupi di bello?

ps: che ridere, la parola di controllo qui sotto è "mantra" :)
mica sarai un guru buddhista?

latteaigomiti ha detto...

Ciao Calzino, sai che mi sei venuta in mente mentre ero là nella città di Pippi Calzelunghe? No niente guru buddista, ex cattolica cristiana, ora atea direi (ora?, beh ormai saran quindici anni buoni). Quello che cerco di fare è capire qualcosa di alcune molecole espresse da delle cellule che si chiamano NK (sta per natural killer, se ti va le chiami ennecappa, se no le chiami enchei che a loro va bene in tutti e due i modi). Son delle cellule che ci aiutano a proteggerci dalle infezioni virali e dai tumori (più controllo delle metastasi che tumori primari). Quello che più mi interessa è il loro ruolo nel controllo delle leucemie (e ora la pianto lì che se mi metto a parlar di NK poi non smetto facilmente).

Calzino ha detto...

uau.
e io che pensavo di fare un lavoro interessante!

latteaigomiti ha detto...

:D sì è interessante anche se ci sono mementi di alto e basso come penso ci siano in molti lavori. E tu che lavoro fai? Secondo me ci sono tanti lavori che sono interessanti. Chi mi ha portato in giro per Stoccolma sabato mi ha parlato molto anche della sua famiglia, lui è nato in Tanzania, suo nonno era arrivato lì portandosi dietro delle mucche dall’Inghilterra, suo padre addomesticava leoni che poi servivano per girare i film, lui è medico e ha girato mezzo mondo. Oggi mi sono fermata a parlare con chi guida una specie di trenino nei sotterranei dell’ospedale, porta i biberon e i carrelli dei pasti nei reparti. La settimana scorsa invece ho conosciuto una tassista che mi raccontava delle persone che portava in giro per Reggio, di come si diverte a immaginare la loro vita (è un gioco che faccio spesso anch’io, quando sono seduta in un bar o quando sono sull’autobus). Io starei delle ore a sentire le persone che parlano del loro lavoro senza considerarlo solo un lavoro.

Calzino ha detto...

che bello.

io mi masturbo la testa tutto il giorno per trovare campagne pubbliciatrie super fiche.

ok, avrei potuto usare un po' più di poesia.

è che sono così stanca.

latteaigomiti ha detto...

che bello, devi avere molta fantasia, io non riuscirei mai a farlo. Dico le campagne pubblicitarie super fiche, ma neppure quelle fiche e basta, penso neanche quelle decenti.
Invece a masturbarmi la testa son bravissima :D. Ci son dei periodi che a seghe mentali mi battono in pochi. Tutto un: se avessi fatto, se avessi detto, e se invece voleva dire, e se invece…