lunedì 27 giugno 2011

sul non controllo

Stavo camminando per i viali dell’ospedale pensando ai fatti miei e fumandomi una sigaretta, dovevo portare i tagliandi dei biglietti aerei all’ufficio missioni per avere il rimborso nella prossima busta paga, quando un papà con un bambino di circa tre anni in braccio mi è venuto incontro. Non trova un reparto pensavo e invece mi ha chiesto se avevo una sigaretta da offrirgli. Gliel’ho data ma mi è venuto da guardarmi in giro per vedere se qualcuno mi vedeva. Lui mi ha sorriso, sembrava meravigliato, e così mi è scappato: se mi vedono mi fanno il culo, qua vogliono fare divieto di fumo in tutto l’ospedale, spazio esterno incluso. Grazie, lei simpatica, mi ha risposto. E gli veniva da ridere, si vedeva benissimo che gli veniva da ridere. E così veniva da ridere anche a me, di riflesso. Ci siamo augurati buona giornata, poi ho aggiunto: facciamo che l’accende quando non ha suo figlio in braccio. Facciamo di sì, mi ha detto sempre sorridendo.
Ogni tanto non controllo bene quello che dico, mi scappa quello che penso, e poi me ne vergogno tantissimo. Meno male che andavamo in due direzioni differenti.

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