‘sta sera ho ripreso in mano un libro, volevo rileggerne una pagina. Quella copia è autografata dall’autore e così mi è tornato in mente quel pomeriggio, ma non un ricordo vago, un ricordo chiarissimo, come se fossero passati pochi giorni. Cosa aveva letto, come ero vestita, come era vestito lui, il fatto che mentre leggeva dondolava (cambiando gamba d’appoggio) e che mi era venuto il desiderio di alzarmi, spostare la scrivania e dirgli: se preferisci camminare mentre leggi fallo tranquillamente che c’è spazio. E anche il fatto che per riuscire a fare una parte delle mille domande che avevo in mente, lo avevo avvicinato con la scusa dell’autografo (anche se voleva dire ricomprare il libro, perché io l’avevo già e l’avevo anche già letto, solo che non l’avevo con me). Di quella presentazione mi aveva avvertito poche ore prima il mio fidanzato e ci avevo pensato molto se andare o no. Mi piacevano troppo i sui libri, non sapevo se rischiare o meno. Poi sono stata molto contenta di esserci stata. Quello è l’autografo che più mi è caro. Quello che più mi è piaciuto è di un altro autore, avevamo parlato un po’ dopo la sua presentazione e quando gli ho chiesto se mi firmava la mia copia lui ha scritto: grazie per la “simpatia” e poi la firma.
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