Oggi eravamo sul terrazzo del lab, io e la
mia socia di avventura, eravamo lì tranquille a fumarci una sigaretta,
guardando delle foto di gel, cercavamo di capire come andare avanti, quale potava
essere la strada migliore. Eravamo concentrate sul da farsi quando è
precipitato ‘sto proiettile, si è schiantato al suolo e ha innaffiato la
schiena della mia socia. Per qualche secondo siamo rimaste immobili a
guardarci, non capivamo. Cercavamo di capire che rumore avevamo sentito, perché
c’era dell’acqua. Poi abbiamo visto una bottiglietta d’acqua
da mezzo litro, chiusa, rotta, ancora mezza piena. Era arrivata dall’alto, noi siamo al pianoterra.
Ci siamo spaventate, ma tanto. Un
signore che passava ha gridato guardando in alto Ma stia attento ci sono delle
persone sotto. Io mi sono sporta e ho guardato su, non si vedeva nessuno. È un
padiglione con solo laboratori, era stato un adulto, uno di noi, non poteva
essere un bambino che giocando aveva fatto cadere una bottiglietta. Il non
vedere nessuno e il non sentire niente mi ha mandato il sangue agli occhi. Ho
un brutto carattere lo so ma il rendermi conto che chi aveva fatto cadere la
bottiglietta non pensasse che fosse normale vedere che nessuno si fosse fatto
male mi ha fatto proprio arrabbiare, così ho urlato Guarda che accertarsi che
nessuno si sia fatto male, dire Mi dispiace, o anche solo Scusa, è il minimo.
Si è sporta una collega e ha detto Mi è caduta mentre bevevo e poi è sparita
nuovamente. Sarà stata la paura che ci aveva messo in circolo delle sostanze strane,
sarà stato il pericolo scampato, ma noi a pensare che avevamo una collega che
sapeva bere dalle bottigliette chiuse ci ha fatto sorridere.
Giuseppe Verdi
6 ore fa
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