martedì 25 settembre 2012

dei regali


Ogni tanto mi faccio dei regali. Giovedì mi sono regalata un romanzo* (anche un mazzo di fiori, ché giovedì ero contenta di me, cosa che mi capita raramente e così poi ero in vena di trattarmi bene), sabato il tempo per leggerlo e oggi un'uscita dal lavoro calcolata in modo di arrivare in libreria in tempo per sentire la presentazione. A me non piace andare a sentire la presentazione di un libro che so che leggerò. È una cosa stupida, lo so benissimo, però non posso farci niente. È così. C’è, nella lettura, questa cosa bellissima che è l’essere lì con quell’insieme di parole e nient’altro. Nessuno che racconta, nessuno che spiega, nessuno che seleziona delle parti, nessuno che legge. E il tono e il ritmo lo dai tu leggendo, e le voci le decidi tu e le immagini, se le vuoi mettere, le metti tu. Con questo non voglio dire che il testo non abbia già il suo tono e il suo ritmo (e che sta a chi lo legge rispettarlo) e neppure che non ci siano nel testo delle frasi che suggeriscano voci o immagini ma, almeno a me, succede che se vado a sentire una presentazione, in qualsiasi modo sia impostata, poi succede che quello che ho sentito influenza la mia lettura, e quella è una cosa che non mi piace tanto. Sapevo che quel libro doveva uscire e sapevo anche che l’avrei letto. Speravo che sarebbero passati ma ero convinta di avere tempo. Inizieranno con le regioni dove vivono, pensavo. Han iniziato da Genova. Finito il romanzo mi son detta Eh, bella l’idea di partire da Genova, ci sta bene. Un pensiero decisamente originale, così originale che l’ho sentito anche ‘sta sera. Va be’ sorvoliamo sulla non originalità di quel pensiero. Io oggi son contenta di esser stata lì e questa cosa che ci sia la possibilità di andare alle presentazioni dei libri, e che nella maggior parte dei casi ci siano in quelle occasioni gli autori, è una cosa che può essere molto bella. E mentre tornavo a casa pensavo alle altre volte che ero andata a sentire presentare Morozzi e che ho perso una scommessa che avevo fatto due (?) anni fa con la mia amica C. (stavo per vincere, ero lì che ormai mi sentivo la vittoria in tasca e poi invece ho perso, pace). E poi pensavo che mi era venuta voglia di provare a leggere un libro dell’altro autore che era lì oggi, e adesso mi attacco un po’ al computer e cerco di vedere che cosa regalarmi la prossima volta che entrerò in libreria.

* Lo scrittore deve morire – Gianluca Morozzi e Heman Zed

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