martedì 21 agosto 2012

autodisprezzo


Io ci son delle volte che mi meraviglio di quello che penso, ma non è una meraviglia in bello, è una meraviglia in brutto. Mi sento, sento quello che penso o addirittura quello che dico e mi meraviglio in maniera negativa. Come un autodisprezzo, che è una cosa bruttissima quando capita. Non piacersi può succedere, può anche essere una cosa positiva. Disprezzarsi è proprio brutto. È successo anche oggi, poco più di due ore fa. Da oggi sono di nuovo in vacanza, non che sia stanca e ne abbia bisogno è che mi sono proposta di non regalare più le ferie all’istituto e so già che da qua fino circa a natale sarà molto difficile le possa prendere così ho deciso di prendermi dei giorni adesso e dare la reperibilità nel caso ci fosse bisogno di me. E ‘sta mattina quando Daniele è uscito, quando mi ha chiesto Cosa pensi di fare oggi? io gli ho risposto Metto a posto che sembra di vivere in un campo nomadi e non in una casa. E a sentirmi mi sono fatta abbastanza schifo. Anche senza abbastanza. E mi è tornato in mente che quando mia mamma voleva dirmi che ero vestita male mi diceva Oggi sembri una zingara, che è una cosa che le mamme anni fa dicevano spesso alle figlie se erano vestite in un modo che a loro non piaceva. Non so se le mamme di adesso lo dicono ancora o se ‘sta frase orribile non si dice più. Speriamo. Così come le mamme dicevano di star lontane dalle zingare che rubavano i bambini, che è un’altra frese orribile e falsissima ma che si sentiva, si sentiva spesso, e che spero adesso non venga più detta. E poi, sempre seguendo un giro di pensieri, mi è venuto in mente che anche Moni Ovadia l’aveva tirata fuori questa cosa falsissima che le zingare rubano i bambini e che a sentire quello spettacolo ero in compagnia di un’amica e mi era venuto spontaneo dirle che anche mia mamma me lo diceva e chiederle se anche la sua lo faceva e lei mi ha risposto No, sono bulgara, in Bulgaria certe cose non le diciamo. E io a quella risposta che non era detta con cattiveria o con disprezzo o con compassione per il razzismo e l’ignoranza che c’era in quella frase, mi ero sentita malissimo. E adesso, a pensarci su con calma, mi vien da dire che bisognerebbe sempre ascoltarsi con attenzione, ché può essere un buon esercizio quello di ascoltarsi per non trovarsi poi in mente o in bocca delle cose orrende.

1 commento:

Marco Bertoli ha detto...
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