mercoledì 1 agosto 2012

17 - da zero a quattro


Oggi per la prima volta sono entrata in una sinagoga. Non in una a essere precisa, in quattro. Molto belle, tutte e quattro. C’è questa cosa che si può fare e con un biglietto ti guardi il museo e fai il giro delle sinagoghe con la guida. Una delle quattro cambia a seconda del periodo dell’anno, se ho capito giusto. Perché due sono ancora luoghi di ritrovo e di preghiera, una viene usata in estate, è più fresca, e l’altra d’inverno, ha il riscaldamento. Eravamo lì fuori del museo ad aspettare, non mi son messa a contarci ma a occhio saremo stati una ventina, poi è uscita una guida e ha detto in inglese Chi parla inglese venga con me. Poi è uscita un’altra guida, ci siamo guardate, lei ha visto che avevo l’adesivo sul vestito, mi ha chiesto se avevo qualcosa per coprirmi le spalle e dal momento che ce l’avevo siamo andate. All’inizio era un po’ freddina, monologo tendente al minimo con tono da guida registrata e, non posso esserne sicura ma secondo me, pensava Adesso faccio un girettino breve ché c’è sola questa. Poi invece ci siamo messe a parlare e mi ha raccontato un sacco di cose. Nell’ultima mi stava facendo notare che stranamente c’erano delle raffigurazioni, piccole, una rappresentava la caduta della manna. Più che manna sembran pagnotte, le ho detto. Mi ha dato ragione, mi ha spiegato del perché ci sono pochissimi pittori e scultori ebrei. Io pensavo che non potessero rappresentare Dio, i profeti ma non che non si potesse rappresentare qualsiasi cosa. Era lì che mi raccontava e guardando la mia faccia stupita ha aggiunto Però abbiamo dei gran scrittori. Così ci siamo messe anche a parlare di libri e dal momento che non si ricordava il titolo di un libro di Agnon (che ho scoperto non si legge Agnon all’italiana perché va letta una g dura, un po’ come se fosse un cognome tedesco) alla fine siamo andate nel negozio annesso al museo che ha una libreria abbastanza grande e giravamo dicendoci E questo l’ha letto? E questo sa com’è? Ci siamo raccontate un po’ d’impressioni e po’ di trame. Era divertente, avevamo almeno un per me o un secondo me o un mi sembra per frase, come è giusto che sia, ma c’erano delle sue uscite che mi facevano sorridere Questo è melassa pura e poi, secondo me, se usi tre oggettivi riferiti alla stesso sostantivo non sai scrivere bene. Pensa e prova fino a che trovi quello giusto, a volte te ne possono servire due, raramente però. A lei piacciono gli autori che usano tanti aggettivi?
Va be’ sono uscita fuori tema. Pace, lo facevo sempre anche quando andavo a scuola.

2 commenti:

Calzino ha detto...

Tu esci sempre fuori tema e io passo di qui proprio per questo, perchè mi piace da impazzire. E' come prendere un volo per Stoccolma e ritrovarsi a Miami :)

latteaigomiti ha detto...

@Calzino: Grasie :-D ti confesso che questa cosa di partire in un modo e sentirmi libera di cambiare strada facendo è una cosa che piace anche a me. è destabilizzante, lo ammetto, e a volte non si può proprio fare ma può farmi finire in dei bei posti.