A me piacerebbe tanto sapere come fanno delle cose a tornarmi in mente così all’improvviso, senza che io riesca a vedere come ci sono arrivate. Ero lì a pensare ai fatti miei, qualcosa simile al tirare le somme dell’anno che sta finendo, quando mi è tornata in mente una favola che mia mamma ci raccontava quando eravamo piccole. E non è tornata intera, no, solo un pezzo e adesso mi toccherà chiedere a mia mamma se se la ricorda ché la cosa che non me la ricordo bene mi innervosisce. In questa storia c’era un fagiolo che rideva e rideva così tanto che era scoppiato dal ridere. Ma non per modo di dire, che si dice: mi fai scoppiare dal ridere, proprio nel senso di quelle parole. Si era spaccato in due a forza di ridere. In due per il lato lungo, come si dividono i fagioli quando da bambina la maestra di scienze li fa mettere nel cotone bagnato e poi, dopo un po’ di giorni, si son divisi in due e compare la piantina. Dicevo che questo fagiolo era scoppiato dal ridere e poi, nella favola, era passato un sarto e gli aveva dato un punto per rimetterlo insieme, ma il sarto con e sé aveva solo del filo nero e così i fagioli avevano tutti il segno del filo nero del sarto. E io me li ricordo che i fagioli che c’erano in casa dei miei, quelli che mia mamma usava per fare la pasta e fagioli avevano sul serio un puntino nero come quello della favola. Pensavo che fossero i Borlotti, poi ho cercato su google immagini e invece non son loro. Chissà che fagioli sono quelli che son marroni, di media dimensione e con il punto nero ma soprattutto: che cosa aveva fatto ridere così tanto il fagiolo?
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