martedì 16 luglio 2013

la settimana di quattro giorni


Questa è la  settimana degli studenti, che poi non è una settimana che la settimana ha sette giorni e non è neppure una settimana lavorativa intera perché io le ore che devo fare le metto tutte in quattro giorni. Vien meglio a me, vien meglio a loro. Forse sarebbe carino invertire l’ordine ma non sarebbe corretto, sarebbe gentile ma non corretto, son io che lo propongo e, per ora, nessun gruppo ha mai detto di no. Questi sono i quattro giorni degli studenti dovrei dire, ma mi suona strano, lascio settimana. Ormai metà del lavoro è fatto, lunedì e martedì sono già andati, ho davanti ancora domani e giovedì. A me la settimana degli studenti sembra di lavorare doppio. Arrivo a sera che son stanchissima, un po’ che devo fare e spiegare insieme, un po’ che mi preoccupo di non far vedere loro le stesse cose durante quei giorni, un po’ che se non finisco (e non finisco mai) quello che avevo in programma poi devo andare avanti anche dopo che loro sono andati, un po’ che quando loro escono ho ancora tutto da pulire, da mettere a posto, da preparare per il giorno dopo, e poi con loro i nomi son tutti tramutati in numeri e quindi quando loro vanno devo cambiar tutte le etichette per non incasinarmi. Però mi diverto anche, questi sei hanno voglia di fare e capire. Spiegare se qualcuno ascolta non è brutto, anzi. Lunedì avevo come paura che non mi venissero le cose, di fare esperimenti che poi non venivano. Che fugura faccio se poi non viene? mi chiedevo. Poi mi son calmata. Ma dimmi te se devo farmi venire l’agito, anche se un agito piccino, mi dicevo. Poi è andata meglio. Più passano gli anni più li vedo piccoli, gli studenti del secondo anno. É normale, son io che invecchio, però è proprio così, quando li vedo arrivare non mi vien da pensare Che giovani, mi vien proprio da pensare Che piccoli che sono. Hanno ancora tutti i loro sogni, hannno il pacchetto sogni lì davanti, ancora integro.  E secondo me, lo so che è un po’ un discorso da vecchi, ma a me fa bene star per quattro giorni in compagnia di chi ha quel pacchetto ancora con la carta da regalo integra e il fiocco sopra. Magari anche due ricci di nastrino di quelli che si fanno con la lama della forbice, quelli che solo a vederli fan festa.

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