Questa è la settimana
degli studenti, che poi non è una settimana che la settimana ha sette giorni e
non è neppure una settimana lavorativa intera perché io le ore che devo fare le
metto tutte in quattro giorni. Vien meglio a me, vien meglio a loro. Forse
sarebbe carino invertire l’ordine ma non sarebbe corretto, sarebbe gentile ma
non corretto, son io che lo propongo e, per ora, nessun gruppo ha mai detto di
no. Questi sono i quattro giorni degli studenti dovrei dire, ma mi suona strano,
lascio settimana. Ormai metà del lavoro è fatto, lunedì e martedì sono già
andati, ho davanti ancora domani e giovedì. A me la settimana degli studenti
sembra di lavorare doppio. Arrivo a sera che son stanchissima, un po’ che devo
fare e spiegare insieme, un po’ che mi preoccupo di non far vedere loro le stesse
cose durante quei giorni, un po’ che se non finisco (e non finisco mai) quello
che avevo in programma poi devo andare avanti anche dopo che loro sono andati,
un po’ che quando loro escono ho ancora tutto da pulire, da mettere a posto, da
preparare per il giorno dopo, e poi con loro i nomi son tutti tramutati in
numeri e quindi quando loro vanno devo cambiar tutte le etichette per non
incasinarmi. Però mi diverto anche, questi sei hanno voglia di fare e capire.
Spiegare se qualcuno ascolta non è brutto, anzi. Lunedì avevo come paura che
non mi venissero le cose, di fare esperimenti che poi non venivano. Che fugura
faccio se poi non viene? mi chiedevo. Poi mi son calmata. Ma dimmi te se devo
farmi venire l’agito, anche se un agito piccino, mi dicevo. Poi è andata
meglio. Più passano gli anni più li vedo piccoli, gli studenti del secondo
anno. É normale, son io che invecchio, però è proprio così, quando li vedo arrivare non mi vien da
pensare Che giovani, mi vien proprio da pensare Che
piccoli che sono. Hanno ancora tutti i loro sogni, hannno il pacchetto sogni lì davanti, ancora integro. E secondo me, lo so
che è un po’ un discorso da vecchi, ma a me fa bene star per quattro giorni in
compagnia di chi ha quel pacchetto ancora con la carta da regalo integra
e il fiocco sopra. Magari anche due ricci di nastrino di quelli che si fanno
con la lama della forbice, quelli che solo a vederli fan festa.
Giuseppe Verdi
8 ore fa
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