A Morrarello piace giocare con le ciliegie. Le
arpiona, con le unghie, le toglie dalla ciotola che è a tavola e poi le caccia
per tutta la casa. Al sabato le ritrovo, in stato avanzato di putrefazione,
sotto il letto, sotto il divano o sotto la libreria. Mi sono un po’ preoccupata
della cosa, non vorrei che dei parenti di Gregor Samsa decidessero di
traslocare qua. Da una settimana siamo passati a un gioco nuovo e, forse, un
po’ meno invitante per i blattoidei. La caccia ai noccioli delle albicocche (in
questi giorni facilmente recuperabili nei piatti della cena). Devo dire che questo
gioco piace anche a me. Quando vedevo una ciliegia in giro la prendevo e la
buttavo. Se vedo un nocciolo di albicocca in giro chiamo Mozzarello e poi lo
calcio. Lui va avanti a giocare per una mezz’ora buona poi stramazza, si distende
sul marmo cercando la corrente e mi guarda come se mi volesse incolpare di
tutto quello sforzo. ‘Sta sera mi è venuto in mente che mia nonna, la mamma di
mia mamma, quando ero piccola mi aveva insegnato un gioco. Si butta in aria un
nocciolo di pesca, si battevano le mani dicendo Uno e lo si riprendeva. Poi lo
si ributtava in aria, si battevano le mani due volte dicendo Due e lo si riprendeva.
E via andare fino a ché non si sbagliava. Ci abbiamo giocato sia io che mia
sorella a quel gioco.
Giuseppe Verdi
8 ore fa
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