domenica 11 novembre 2012

un valzer


I libri che mi piacciono poi saltan su nella mia testa nei modi più imprevedibili. ‘Sta mattina mi sono svegliata, ho guardato l’orologio, eran solo le sette. Che bello, è ancora presto per alzarsi, mi son detta, mi sono girata dall’altra parte e mi sono riaddormentata. Ho sognato che ballavo con Benni. Ho proprio preso le pagine del suo ultimo romanzo e ci sono finita dentro. E io ero io, anche se una io più giovane, e il professor assomigliava tantissimo a Benni e nel sogno non si limitava a pensare Scri-ve-rai per tenere il ritmo del valzer lo diceva proprio ad alta voce, ché la io del sogno, proprio come la io vera, e il valzer non siamo mica un’unica cosa e (anche) nel sogno avevo bisogno d’aiuto. Però a differenza del libro non eravamo a una festa ma il un campo di MariaGiovanna che era piantata costruendo una specie di labirinto. Un labirinto che assomigliava tantissimo a quello che c’è a San Giorgio. E con noi c’era un gatto nero che si chiamava Notte (chiedo umilmente perdono a Ombra per non averlo incluso nel sogno). Un sogno stranissimo, di quelli che rimangono ben impressi quando ci si sveglia e che quando finiscono svegliano con il buon umore. E anche nel sogno c’era all’inizio di questo ballo un momento nel quale pensavo Ma non dovremmo esser messi al contrario*? E poi me ne fregavo e andavo avanti perché avevo voglia di ballare.

*Io e Michelle eravamo uno davanti all’altra, io impettito, lei con l’aria della scolara che prepara una marachella.

Posai la mano sinistra sul suo fianco.
Lei posò la mano destra sulla mia spalla. /…/

La mia mano destra si unì alla mano sinistra di Michelle.

Di tutte le ricchezze – Stefano Benni – pag.166

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