I libri che mi
piacciono poi saltan su nella mia testa nei modi più imprevedibili. ‘Sta
mattina mi sono svegliata, ho guardato l’orologio, eran solo le sette. Che
bello, è ancora presto per alzarsi, mi son detta, mi sono girata dall’altra
parte e mi sono riaddormentata. Ho sognato che ballavo con Benni. Ho proprio
preso le pagine del suo ultimo romanzo e ci sono finita dentro. E io ero io,
anche se una io più giovane, e il professor assomigliava tantissimo a Benni e
nel sogno non si limitava a pensare Scri-ve-rai per tenere il ritmo del valzer
lo diceva proprio ad alta voce, ché la io del sogno, proprio come la io vera, e
il valzer non siamo mica un’unica cosa e (anche) nel sogno avevo bisogno
d’aiuto. Però a differenza del libro non eravamo a una festa ma il un campo di
MariaGiovanna che era piantata costruendo una specie di labirinto. Un labirinto
che assomigliava tantissimo a quello che c’è a San Giorgio. E con noi c’era un
gatto nero che si chiamava Notte (chiedo umilmente perdono a Ombra per non
averlo incluso nel sogno). Un sogno stranissimo, di quelli che rimangono ben
impressi quando ci si sveglia e che quando finiscono svegliano con il buon
umore. E anche nel sogno c’era all’inizio di questo ballo un momento nel quale
pensavo Ma non dovremmo esser messi al contrario*? E poi me ne fregavo e andavo
avanti perché avevo voglia di ballare.
*Io e Michelle
eravamo uno davanti all’altra, io impettito, lei con l’aria della scolara che
prepara una marachella.
Posai la mano
sinistra sul suo fianco.
Lei posò la mano
destra sulla mia spalla. /…/
La mia mano destra
si unì alla mano sinistra di Michelle.
Di tutte le
ricchezze – Stefano Benni – pag.166
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