Oggi ho vinto l’andar dal fabbro a fare le copie delle chiavi. Il fabbro dell’ospedale ha fatto un incidente in motocicletta, sta bene per fortuna ma ha una spalla fuori uso e quindi è, giustamente, in malattia e ne avrà per un po’. Poi c’è agosto e ci sono le ferie, quindi si andava a settembre.
Dal momento che ho vinto l’andare ho scelto di andare da un fabbro che mi aveva già fatto dei duplicati funzionanti. C’è un fabbro in piazza Colombo che mi è simpatico, un signore di sessantasette anni (sono sicura perché mentre faceva i duplicati abbiamo chiaccherato) uno che sorride spesso, ti accoglie dicendoti: cosa mi racconta signora? Uno con qualche chilo in più ma quel peso gli sta bene. Uno di quelli che se li vedi magri ti domandi se stanno male. (Ognuno ha il suo peso, almeno secondo me. Pensando a questo mi sono fatta dei tocchi di salsiccia ‘sta sera a cena. Ma questo è tra parentesi). Lui mi ha fatto otto duplicati della porta d’ingresso del nuovo laboratorio, due dello studio del capo e due del deposito che c’è nell’atrio. Mi ha scontato quaranta centesimi e mi ha regalato l’anellino per la mia copia. L’ho ringraziato poi ho visto che lo scontrino aveva i quaranta centesimi in più, l’ho guardato e lui mi ha detto: il caffè io lo offro a lei. Lei si faccia dare i soldi giusti.
Giuseppe Verdi
6 ore fa
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