martedì 10 agosto 2010

una torta di patate, buonissima

L’anno scorso, più o meno in questo periodo, un signore ha chiamato mia mamma. Lei era a fare la spesa, ha risposto mio padre e, anche se mio padre voleva sapere il motivo della telefonata, lui non glielo ha detto. Ha detto solo che avrebbe richiamato. Quella telefonata ci aveva messo tutti in uno stato d’animo strano, continuavamo a pensare che cosa mai volesse. Dopo tre giorni ha richiamato, si è ripresentato e ha chiesto a mia mamma se era parente di Alessandro P. e Alice S. Lei è rimasta zitta per un po’ poi ha detto che sì, erano i genitori della seconda moglie del papà di suo papà. Allora questo signore le ha spiegato che stava facendo una ricerca sulle persone che erano state internate a Caprino Veronese (soggiorno coatto, lo chiamavano) e che aveva trovato anche i loro nomi. Non sapeva niente di più, per il momento, e le ha chiesto se lei sapeva e voleva raccontargli qualcosa. Sono seguiti quasi due mesi senza che richiamasse e mia mamma stava male ogni volta che ci pensava e quando ne parlavamo lei arrivava sempre alla frase: magari non mi hanno detto niente perché ero troppo piccola (mia mamma è del 40). Io a quella frase non sapevo che dirle se non: aspettiamo. Se li ricordava anche se li aveva visti una volta sola, da bambina, abitavano a Bressanone. Poi ha richiamato e Alessandro e Alice da quel campo sono usciti, molto probabilmente grazie all’aiuto di un prete che riusciva a farne uscire alcuni sistemandoli poi nelle campagne circostanti, a casa di persone che li accoglievano come parenti arrivati perché avevano perso la casa sotto i bombardamenti.
Quando sono stata dai miei, natale scorso, ho chiesto a mia mamma se mi faceva vedere la fotocopia del registro che le aveva mandato. Era una pagina a righe, scritta in bella calligrafia, con un corsivo di quelli che ora non si vedono più. C’erano i nomi di tutti i membri di quella famiglia e nella colonna dopo c’era scritto in ogni riga: di razza ebraica. Io continuavo a guardare quella colonna. Non vedevo altro, poi ci sono riuscita. Mamma guarda le ho detto e le ho mostrato due date: quella del matrimonio dei miei trisavoli e quella della nascita della nonna Bettì (nonna per mia mamma). Mia mamma ha fatto due conti, sei mesi e mezzo. E allora ci ha preso da ridere a pensare a Alessandro e Alice. Poi ho chiesto a mia mamma se mi raccontava qualcosa di sua nonna e lei mi ha detto sapeva usare le patate per fare qualsiasi cosa e che una volta le aveva cucinato una torta di patate, buonissima.

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