mercoledì 18 agosto 2010

Pino



Io e Pino abbiamo parlato, molto. Tradotto: Pino mi ha fatto il c@@o, me lo meritavo ma inizialmente ci sono rimasta male. Il punto è che non è facile sentirsi dire: te che a vent’anni hai iniziato con i io qui ci sto bene ma vorrei andarmene a finire di studiare a Pavia, te che per tre volte te ne sei andata a vivere fuori Italia (periodi brevi tra i cinque e i nove mesi, però l’hai fatto), te che da sorella maggiore rompina ti sei sentita autorizzata a dire a tuo fratello di non passare dalla casa dei genitori al portare una vera al dito senza provare a starsene da solo, te, proprio te, ora mi chiudi qua in questa camera? Ecco, non è facile sentirsi dire certe cose, essere messa davanti ai propri sbagli così senza tanti giri di parole. Penso che avesse ragione lui e oggi Pino dorme all’aperto, nella sua nuova casa, e dietro casa di Marzia ci sono more, vitigni, patate, cavallette, lumache, c’è un monte che lo aspetta e altri ricci che spesso passano da là.

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