Una
cosa stranissima del fare le foto è che mi rendo conto di quanto di più e quanto
di meno veda l’occhio. Non si capisce. È che a me, che le foto non le so fare,
capita che spesso non riesco a trovare il modo di fare una foto che sia
qualcosa che rappresenti quello che sto vedendo. E non parlo solo della luce,
che quello uno, ad essere meno pigra, studia e quel problema lo risolve, parlo proprio
di quello che sto vedendo. A volte io sto vedendo di più, e tutto non ci sta,
non c’è proprio modo di farcelo stare (almeno con la mia macchinettina) o di
meno. Di meno molto spesso, mi capita che il mio occhio tolga tutto quello che mi disturba. Lo cancelli proprio dall’immagine. Non proprio lo cancelli, che per
cancellarlo devi prima vederlo e poi decidere di toglierlo è come se non se ne
accorga, non lo veda. Poi, quando guardo le foto, capita che ci sono persone che
avrei detto in quel momento non c’erano, cestini della spazzatura che spuntano
dal nulla perché io avrei detto che lì no, lì i cestini non c’erano, cavi della
corrente, i cosi dell’aria condizionata, o cartelli come il segnale della via di
fuga in questa foto. Mi avessero domandato C’erano dei segnali che indicavano
la via d’uscita nei chiostri di San Francesco della Vigna? No, avrei risposto,
ma sicurissima.
Giuseppe Verdi
7 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento