Mi accorgo che lei non
respira. Mi fermo, le chiedo perché.
Irene butta in gola un po’
d’aria. Mi dice che stare in ascolto è immergersi in mare. Fa una buona scorta
d’aria e sta a sentire. In mare riceve le storie così.
In apnea? E sorrido a
un’altra parola greca infilata nel vocabolario.
Da noi, quando un libro è
piaciuto si usa dire di averlo letto d’un fiato. Tu sola puoi farlo davvero.
M’impegno a fermarmi per
darle un tempo di respiro. Non mi capiterà di nuovo un altro ascolto senz’aria.
Storia di Irene – Erri De
Luca – pag. 68
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