domenica 8 settembre 2013

un'impressione


La settimana scorsa c’era ancora l’orario estivo degli autobus così, quando vedevo sul tabellone che dovevo aspettare il 45, l’autobus che prendo di solito, più di dieci minuti salivo su un 31. Il 31 fa un giro più lungo ma ha due vantaggi: passa lungo il mare e ha l’aria condizionata. È uno di quegli autobus moderni, più lungo di quelli vecchi, con lo snodo a metà, e i sedili ancora integri. E sul 31 ho visto un cartello che sui 45 non c’è. Giocabus, c’era scritto, era della classe che ha vinto il concorso Giocabus. C’era disegnata un’astronauta donna che vagava nello spazio, tra pianeti e stelle, e timbrava il biglietto dell’autobus a una macchinetta anche lei viaggiante nello spazio. Sopra il disegno c’era scritto Un piccolo passo per l’uomo e sotto Un grande passo per l’AMT. E a me son sembrati un disegno e una frase finti, ho avuto l’impressione che dietro quel disegno e quella frase ci fosse un adulto. E poi mi è venuta in mente una puntata di un telefilm che ho visto da poco, una di quelle notti che non dormendo mi alzo e mi guardo un po’ di televisione per farmi venir sonno. C’era la maestra delle elementari che chiedeva all’alunna se suo papà poteva passare nel pomeriggio e poi il papà della bambina passava e la maestra gli chiedeva Sua moglie è via per lavoro in questi giorni? E lui diceva Sì, glielo ha detto mia figlia? E la maestra diceva No. E poi la maestra leggeva i compiti a casa di alcuni alunni e per ultimo il compito della figlia di quel papà. E si capiva perché la maestra gli aveva fatto quella domanda.

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