giovedì 31 gennaio 2013

un sogno stranissimo e un po' inquietante


L’altra notte, quella che è appena passata, ho fatto un sogno stranissimo, non era un incubo ma neppure un bel sogno. Era un sogno di quelli che poi ti lasciano strana per tutta la giornata, con delle domande che ti girano per la testa, domande che poi, durante la giornata, appena ci si distrae un po’, saltan fuori e si ripropongono. Peggio del peperone crudo (almeno a me il peperone crudo torna su spesso). Ma tornando al sogno, in questo sogno entravo un ufficio postale e mi accorgevo che c’era un freezer di quelli a pozzetto dal quale venivan fuori come dei lamenti. Nessuno se ne accorgeva, tutti ci passavano vicino ma l’impressione era quella che non lo vedessero, che non sentissero e quindi non facevano nulla. Facevo così anch’io. Ma io sentivo, io quei lamenti li sentivo benissimo, ma facevo finta di nulla, riempivo il mio modulo, era un modulo complicatissimo, peggio di quelli che sto riempiendo in questi giorni ed era anche quello in inglese, poi andavo allo sportello e pagavo la mia bolletta. A  casa mi accorgevo che ne avevo un’altra da pagare così la mattina dopo tornavo in quell’ufficio postale e quel congelatore era ancora lì, e i lamenti si sentivano ancora, e nessuno sentiva (o tutti facevano finta di non sentire, il dubbio mi veniva) e io mi mettevo a compilare ‘sti moduli, che nel frattempo erano cambiati ma erano sempre in inglese e poi, prima di mettermi in fila aprivo questo congelatore e dentro c’era una donna rannichiata, in manette, e sul fondo del congelatore c’era del liquido che le arrivava fino alle caviglie. Allora la liberavo ma, approfittando del fatto che la luce improvvisa non le permetteva di vedere me ne andavo in coda senza chiederle come stava. E poi lei capiva che ero stata io e mi voleva ringraziare ma io quei ringraziamenti non li volevo perché sapevo benissimo che il giorno prima avrei già potuto liberarla ma non avevo fatto niente.  E davanti alla sua gratitudine glielo dicevo, le dicevo che io il giorno prima non avevo fatto nulla e mi prendevo uno schiaffo. Un gran bello schiaffo. E poi piangevamo tutte e due, ma stavamo bene a piangere. Poi ci abbracciavamo e poi, poi è suonata la sveglia. Va tu a sapere da dove vien fuori ‘sto sogno.

Nessun commento: