L’altra notte,
quella che è appena passata, ho fatto un sogno stranissimo, non era un incubo
ma neppure un bel sogno. Era un sogno di quelli che poi ti lasciano strana per
tutta la giornata, con delle domande che ti girano per la testa, domande che
poi, durante la giornata, appena ci si distrae un po’, saltan fuori e si
ripropongono. Peggio del peperone crudo (almeno a me il peperone crudo torna su
spesso). Ma tornando al sogno, in questo sogno entravo un ufficio postale e mi
accorgevo che c’era un freezer di quelli a pozzetto dal quale venivan fuori
come dei lamenti. Nessuno se ne accorgeva, tutti ci passavano vicino ma
l’impressione era quella che non lo vedessero, che non sentissero e quindi non facevano nulla.
Facevo così anch’io. Ma io sentivo, io quei lamenti li sentivo benissimo, ma
facevo finta di nulla, riempivo il mio modulo, era un modulo complicatissimo,
peggio di quelli che sto riempiendo in questi giorni ed era anche quello in
inglese, poi andavo allo sportello e pagavo la mia bolletta. A casa mi accorgevo che ne avevo un’altra
da pagare così la mattina dopo tornavo in quell’ufficio postale e quel
congelatore era ancora lì, e i lamenti si sentivano ancora, e nessuno sentiva
(o tutti facevano finta di non sentire, il dubbio mi veniva) e io mi mettevo a
compilare ‘sti moduli, che nel frattempo erano cambiati ma erano sempre in
inglese e poi, prima di mettermi in fila aprivo questo congelatore e dentro
c’era una donna rannichiata, in manette, e sul fondo del congelatore c’era del
liquido che le arrivava fino alle caviglie. Allora la liberavo ma, approfittando
del fatto che la luce improvvisa non le permetteva di vedere me ne andavo in
coda senza chiederle come stava. E poi lei capiva che ero stata io e mi voleva
ringraziare ma io quei ringraziamenti non li volevo perché sapevo benissimo che
il giorno prima avrei già potuto liberarla ma non avevo fatto niente. E davanti alla sua gratitudine glielo
dicevo, le dicevo che io il giorno prima non avevo fatto nulla e mi prendevo
uno schiaffo. Un gran bello schiaffo. E poi piangevamo tutte e due, ma stavamo
bene a piangere. Poi ci abbracciavamo e poi, poi è suonata la sveglia. Va tu a
sapere da dove vien fuori ‘sto sogno.
Giuseppe Verdi
7 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento