mercoledì 19 ottobre 2011

non so rispondere

Oggi sull’autobus c’erano tre ragazzi giovani che parlavano tra loro, saran stati delle medie, della prima media. Sono saliti alla fermata della piscina e son scesi a Brignole come me. All’inizio non prestavo caso a quello che dicevano poi ho iniziato ad ascoltare, a un certo punto è partita una discussione che doveva portare alla classifica dei compagni di classe. Su chi era il più bravo erano d’accordo, anche sui più asini avevano la stessa idea, il problema era nel centro della classifica. È meglio uno che fa i compiti ma non si lava i denti o uno che si lava i denti ma non fa i compiti?
Adesso lo so che rimarrò con questa domanda in testa per mezza serata. Lo so. Magari me lo sogno anche, mi sogno che uno mi interroga e mi dice Rispondi Latte: è meglio uno che fa i compiti ma non si lava i denti o uno che si lava i denti ma non fa i compiti? E io non so la risposta.

4 commenti:

cloudsinthemirror ha detto...

Bella questa, Latte.

Io preferirei quello che si lava i denti. I compiti possono aspettare, i denti pero' marciscono.

Calzino ha detto...

In effetti.
Se poi ti viene da rispondere, scrivicelo.

latteaigomiti ha detto...

Mah, son quasi dell’idea che è meglio un’otturazione in più ma fare i compiti. L’età era quella della scuola dell’obbligo e, non so, ma mi vien da dire che la scuola dell’obbligo sia una conquista che va rispettata e sfruttata (anche nello schifo di situazione in cui siamo ora). Per merda che sia è sempre un’opportunità sia per chi poi non prosegue sia per chi decide di continuare (e può permetterselo). Mi è stato insegnato ad apprezzare quello che trovo non per caso ma perché è stato lo sforzo di altri, mi è sembrato un insegnamento valido e cerco di portarlo avanti. È un po’ così anche con il diritto al voto. Penso di non essere andata a votare tre volte (e dai 18 ai 47 di votazioni ne ho viste), a volte ho annullato la scheda per disperazione ma pensare che io potevo votare e mia nonna il primo voto l’ha dato che era già bella grandina per non parlare della mia bisnonna, mi sembra quasi di fare un torto anche a loro a non andare.
Poi, rimanendo sulla scuola dell’obbligo, mi è venuta in mente un’altra cosa, quando ero all’ultimo anno di università una suora (gli ultimi due anni d’università gli ho fatti a Pavia e dormivo dalle suore) mi ha chiesto se volevo aiutarla con una bambina di prima media (quelle suore avevano asilo, elementari e medie). Mi ha chiesto di darle ripetizioni di tutte le materie meno inglese (quelle gliele dava un’altra ragazza che era americana di prima generazione tornata in Italia per studiare) dal lunedì al giovedì dalle sei alle sette. (Prima che si pensi che l’abbia fatto gratis per amor del prossimo, no non l’ho fatto gratis, prezzo modico ma venivo pagata). Ecco a me ancora adesso a pensare alla fatica che facevo con questa bambina a quanti pezzi di carta abbiamo diviso in parti uguali sempre più piccoli nella speranza di capire le frazioni a quante parole per lei nuove abbiamo cercato di imparare insieme, non so mi vien da dire che i compiti si devono fare iniziando dalla prima elementare. Perché una bambina di prima media che legge con fatica: l’acqua del fiume si distingue da quella del mare perché ha una concentrazione salina più bassa, e tu le chiedi Ripeti questa frase con parole tue? E non arriva niente e provi a cambiare la domanda e scopri dopo cinque minuti (che sono lunghissimi) che il problema è: come fa il sale a stare concentrato? Ecco, una cosa così non te la scordi, e una scuola dell’obbligo che funzioni la vuoi. La vuoi fortemente.

latteaigomiti ha detto...

... gli ho fatti a Pavia :((
io torno in terza elementare con mia nipote, mi sembra una gran bella idea (sempre per restare in argomento)