Ieri mi sono dimenticata il cellulare in
laboratorio e tornando a casa me ne sono accorta. Mi sembrava stranissimo non averlo. E mi
stupiva molto anche il fatto che non mandare a Daniele un messaggio del tipo
Sono uscita, o Sono sull’autobus, o Ci serve qualcosa per stasera? mi sembrasse
un problema. Piccolo, ma pur sempre un problema. E allora mi son venute in
mente due cose che non vedo da anni, il contascatti e la prolunga per il
telefono. Il contascatti lo aveva messo mio papà quando mia sorella aveva iniziato
a telefonare a un ragazzo che abitava a Milano. Ognuno di noi in quel periodo
aveva diritto a un tot di scatti a settimana, gli scatti extra si pagavano. Mio
fratello, che ha sette anni meno di me, non li usava mai tutti e allora quelli
che avanzava li vendeva sottocosto a me o a mia sorella. Vicino al contascatti
c’era un foglietto e una matita, si segnavano i numeri e il nome. Il
contascatti non era bello. La prolunga invece mi piaceva molto, chissà dov’è
finita. Il telefono era in corridoio, proprio dove adesso a casa dei miei c’è
la base del telefono senza fili, ma con la prolunga al massimo si riusciva a
chiudersi nel bagno con il telefono e parlare senza essere ascoltati. Era una
cosa bellissima passare da tutti, capire se a qualcuno serviva il bagno e poi
chiudersi lì a telefonare.
Giuseppe Verdi
7 ore fa
2 commenti:
Come rievochi tu, nessuno mai.
:-D grasie Calzino
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