giovedì 25 aprile 2013

chissà


Da bambina andavo in montagna con tutta la famiglia. Quando ero stanca e non volevo più andare avanti mia mamma mi prendeva per mano e mi diceva Dai cantiamo così arriviamo prima. E allora si cantava e si cantava Fischia il vento, urla* la bufera / scarpe rotte e pur bisogna andar / a conquistare la nostra** primavera / dove sorge il sol dell'avvenir. È una delle prime canzoni che ho imparato e oggi mi è tornato in mente e mi son chiesta Chissà cos’era il sol dell’avvenir per Latte bambina.

* , **    nell’originale, forse, urla è infuria, nostra è rossa.

4 commenti:

Marco Bertoli ha detto...

nostra è rossa.

Cantavate una versione biecamente revisionista, insomma.

«Urla» è molto meglio di «infuria», che è indebitamente letterario e crea fastidiosa allitterazione con la «bufera» che segue immediatamente.

Chissà cos’era il sol dell’avvenir per Latte bambina.

Mah. Forse solo un'altra giornata in montagna con la mamma e il papà.

latteaigomiti ha detto...

Revisionata sì ma biecamente direi di no. Nostra non sta male messo lì, anzi, mi piace. Non che rossa non ci stia bene, ma anche nostra ha il suo perché di star lì.
Però ammetto che non son obiettiva.

Marco Bertoli ha detto...

Scherzavo, Latte. Scherzavo.

latteaigomiti ha detto...

Mer...coledì non l'avevo capito.
Facciamo finta che sia successo solo perché la caffeina non era ancora andata in circolo.