Marco io non son così sicura che le librerie chiudano perché i libri si possono comprare anche via internet. Da ignorante mi son fatta l’idea che possa essere una concausa ma non l’unica causa. Di mio compro pochissimo con quel sistema, alterno librerie medio-piccole con le catene. Da Assolibri c’era un catalogo molto bello e molto vario, i ragazzi che lavoravano lì non erano commessi ma librai e anche molto gentili, che non guasta. Oltre ad essere una libreria storica era, tra le librerie che conosco di questa città, una delle poche che teneva tanti libri della Giuntina e aveva anche interi scaffali dedicati alla letteratura ebraica. L’idea che diventi l’ennesimo negozio cinese è triste.
Non conoscevo Assolibri, ero convinto che fosse appunto un sito Web (e comunque scherzavo… mi sa che dovrò smetterla).
Le librerie chiudono perché la gente non ha molto interesse a leggere, che è non solo uno sforzo d'attenzione ma un esercizio di generosità, del proprio tempo e di sé: parlo soprattutto della narrativa, che oggi va di moda disprezzare anche da parte di chi per altro legge molto («non leggo romanzi, solo saggi», si sente proferire con aria giocondamente spregiosa).
Io compero tanti libri sull'internet, la maggior parte anzi, ma vi sono costretto, visto che (fra l'altro) il lavoro che faccio m'impone la lettura di libri in lingue diverse dall'italiano, ma mi dispiace tuttavia ogni volta che vedo chiudere una libreria, o ridurre i ranghi, come in questi giorni sta succedendo a una grande e «storica» di Milano, dove abito, la Hoepli.
Per dimostrarti di non esser un roboto concludo affettuosamente: and, ogymaep!
No dai Marco non smettere, mi sa che è la primavera (che non arriva) e son stanca, aprile dolce dormire si dice, vedrai che con maggio mi sveglio e capisco quando scherzi.
“… leggere … non è solo uno sforzo d'attenzione ma un esercizio di generosità, del proprio tempo e di sé: parlo soprattutto della narrativa …” una mia amica è dell’idea che a leggere narrativa si impara ad ascoltare, secondo me avete ragione ma così manca, penso, una parte importante: si può leggere perché c’è qualcuno che ha regalato a noi parte del suo tempo e di sé sotto forma di pagine. E tanti regali non sai che ci sono e se mancano i posti dove poi andare a cercarli, prenderli in mano, provare a leggerli ho idea che molti rischiano di non trovare un amico che li porti con se a casa e offra loro un caffè.
Lo so che non sei un roboto ;-D, non l’ho messa io quella mascherina, si è creata da sola e non ho idea di come fare a toglierla, sono un impiastro in queste cose.
4 commenti:
questa Internet secondo me è una moda che non dura
Marco io non son così sicura che le librerie chiudano perché i libri si possono comprare anche via internet. Da ignorante mi son fatta l’idea che possa essere una concausa ma non l’unica causa. Di mio compro pochissimo con quel sistema, alterno librerie medio-piccole con le catene. Da Assolibri c’era un catalogo molto bello e molto vario, i ragazzi che lavoravano lì non erano commessi ma librai e anche molto gentili, che non guasta. Oltre ad essere una libreria storica era, tra le librerie che conosco di questa città, una delle poche che teneva tanti libri della Giuntina e aveva anche interi scaffali dedicati alla letteratura ebraica. L’idea che diventi l’ennesimo negozio cinese è triste.
Non conoscevo Assolibri, ero convinto che fosse appunto un sito Web (e comunque scherzavo… mi sa che dovrò smetterla).
Le librerie chiudono perché la gente non ha molto interesse a leggere, che è non solo uno sforzo d'attenzione ma un esercizio di generosità, del proprio tempo e di sé: parlo soprattutto della narrativa, che oggi va di moda disprezzare anche da parte di chi per altro legge molto («non leggo romanzi, solo saggi», si sente proferire con aria giocondamente spregiosa).
Io compero tanti libri sull'internet, la maggior parte anzi, ma vi sono costretto, visto che (fra l'altro) il lavoro che faccio m'impone la lettura di libri in lingue diverse dall'italiano, ma mi dispiace tuttavia ogni volta che vedo chiudere una libreria, o ridurre i ranghi, come in questi giorni sta succedendo a una grande e «storica» di Milano, dove abito, la Hoepli.
Per dimostrarti di non esser un roboto concludo affettuosamente: and, ogymaep!
No dai Marco non smettere, mi sa che è la primavera (che non arriva) e son stanca, aprile dolce dormire si dice, vedrai che con maggio mi sveglio e capisco quando scherzi.
“… leggere … non è solo uno sforzo d'attenzione ma un esercizio di generosità, del proprio tempo e di sé: parlo soprattutto della narrativa …”
una mia amica è dell’idea che a leggere narrativa si impara ad ascoltare, secondo me avete ragione ma così manca, penso, una parte importante: si può leggere perché c’è qualcuno che ha regalato a noi parte del suo tempo e di sé sotto forma di pagine. E tanti regali non sai che ci sono e se mancano i posti dove poi andare a cercarli, prenderli in mano, provare a leggerli ho idea che molti rischiano di non trovare un amico che li porti con se a casa e offra loro un caffè.
Lo so che non sei un roboto ;-D, non l’ho messa io quella mascherina, si è creata da sola e non ho idea di come fare a toglierla, sono un impiastro in queste cose.
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