martedì 30 aprile 2013

in fatto di fascino


Ieri ero a sentire una cosa e a un certo punto chi parlava ha detto, se ho capito giusto, che la melatonina e cortisolo si producono in due momenti differenti della giornata, la melatonina la notte e il cortisolo di giorno perché la loro produzione è regolata, in parte, dalla luce. Dal momento che una delle funzioni del cortisolo è quella di contrastare le infiammazioni mi è venuta in mente una domanda* e ho pensato Ecco, forse, un pezzo di risposta.
Molto probabilmente quella non era (anche) una domanda-domanda e magari la risposta la conosce benissimo, però rimane il fatto che i collegamenti che ogni tanto capita di fare hanno del sorprendente, e che il sistema nervoso se la gioca con quello immunitario in fatto di fascino.

*Domande.
Avete delle domande?/Sì, volevo chiedere,/perché, di notte,/ i denti fan più male/che di giorno?
(Paolo Nori)

lunedì 29 aprile 2013

bella lei




Esiste una giornata per tutto, quasi. Oggi è quella dell’immunologia allora ho pensato che oggi è il giorno giusto per mettere l’ultima foto della cellula che frequento da qualche anno. È realmente molto fotogenica. Bella lei.

sabato 27 aprile 2013

che tristezza


Ha chiuso anche Assolibri, che tristezza.

soltanto

 
Un tempo non capivo perché non ricevessi risposta alla mia domanda, oggi non capisco come potessi illudermi di poter far domande. Ma non è che m’illudessi, interrogavo soltanto.

Confessioni e diari - Considerazioni sul peccato, il dolore, la speranza e la vera via – Franz Kafka – trad. I.A. Chiusano – pag. 796.

giovedì 25 aprile 2013

chissà


Da bambina andavo in montagna con tutta la famiglia. Quando ero stanca e non volevo più andare avanti mia mamma mi prendeva per mano e mi diceva Dai cantiamo così arriviamo prima. E allora si cantava e si cantava Fischia il vento, urla* la bufera / scarpe rotte e pur bisogna andar / a conquistare la nostra** primavera / dove sorge il sol dell'avvenir. È una delle prime canzoni che ho imparato e oggi mi è tornato in mente e mi son chiesta Chissà cos’era il sol dell’avvenir per Latte bambina.

* , **    nell’originale, forse, urla è infuria, nostra è rossa.

mercoledì 24 aprile 2013

acknowledgments


Questa mattina mi è scappato un Ma chi è che non smarca le scatole quando le prende? stiamo per rimanere senza punte. Mi stavo per arrabbiare quando un collega mi ha detto Non te la prendere, vorrà dire che quando arriverai alla fine di questo progetto, quando scriverai il lavoro, metterai negli Acknowledgments Questo lavoro è stato fortemente ostacolato da .. E così è successo che, non solo non mi son più arrabbiata, mi è proprio tornato il buon umore.

martedì 23 aprile 2013

che sono più belle


Oggi c’era un bambino che non aveva molto voglia di mangiarsi la focaccia che la mamma gli aveva preso così ne dava dei pezzi ai piccioni. A un certo punto ha chiesto alla mamma Ma perché le rondine, che sono più belle, non camminano come i piccioni. E la mamma gli ha risposto Ma che domande fai? Allora lui è andato avanti a dare pezzetti di focaccia ai piccioni.
A me è sembrata una gran bella domanda e adesso sto pensando a una risposta ma non mi viene in mente niente.

lunedì 22 aprile 2013

sull'amicizia e sul fatto che sono desgaibata


Oggi ero a Pavia per lavoro. Son molto contenta di aver ancora modo di lavorare insieme a chi mi ha insegnato l’abc quando ero ancora una babanetta, una babanetta un po’ cresciuta, di ventuno  ventidue anni, ma sul lavoro proprio babanetta. Lei, quest’anima dolce e paziente, ha pochi anni più di me, son stata la sua prima tesista e siamo rimaste in contatto per alcuni anni dopo che mi sono trasferita qui. Poi ci siamo perse di vista e adesso sono alcuni anni che ci siamo ritrovate. Eravamo lì nel suo studio, eravamo in tre (due in trasferta) ad ascoltare i suoi risultati, a capire che cosa potevamo fare noi, a programmare gli esperimenti, a capire che reagenti che ci servivano, i tempi che occorrevano per avere i dati. A un certo punto ci è venuta fame e siamo andate a mangiare, mentre mangiavamo non abbiamo parlato di lavoro ma di noi, inclusa la memoria che sta diminuendo, la maggiore difficoltà a concentrarsi quando in lab c’è casino, insomma del fatto che facciamo più fatica a tenere il ritmo che tenevamo senza troppa fatica fino a qualche anno fa. Dopo pranzo siamo tornate da lei per continuare, io mi sono versata un bicchiere d’acqua e, dal momento che sono desgaibata, me lo sono rovesciato addosso. Sembra che mi sia fatta la pipì addosso, ho detto, ma giuro che invecchiare sono invecchiata ma l’incontinenza no, quella mi manca. Mi sentivo malissimo, lì, con i pantaloni bagnati. Rimanevo in piedi con il bicchiere ormai vuoto in mano quando loro due hanno iniziato a ridere così è venuto da ridere anche a me. L’amicizia è una gran bella cosa. (In treno ho tolto l’impermeabile da seduta, arrivata a Genova i jeans erano asciutti)

domenica 21 aprile 2013

un po' e un po'


Questa mattina ho sentito un discorso che iniziava con una domanda. Siete capaci di innamorarvi? ha detto chi stava leggendo quel discorso e poi ha alzato un attimo la testa dal foglio, ci ha guardato, avevamo tutti una certa età, Siete capaci di riinnamorarvi? ha detto. Poi è andato avanti e io son andata avanti a seguire quel discorso. Durante il pomeriggio mi è tornata in mente la domanda e son giunta alla conclusione che no, non son più capace. E un po’ mi dispiace ma un po’ ne sono contenta.

sabato 20 aprile 2013

sinsibilizzazioni


Mi hanno rifilato cinquecento lire dandomi il resto e non me ne sono accorta, l’ho scoperto dopo quando sono andata a comprarmi le sigarette. Guarda che sono cinquecento lire queste, mi ha detto il tabaccaio, Scusa, non me ne ero accorta, gli ho risposto, mi sa che le ho appena ricevute di resto al mercato. Meno male che son anni che vado lì, almeno non avrà pensato che cercavo di imbrogliarlo. Penso di sapere dove è successo, non ne ho la certezza assoluta ma son abbastanza sicura. Questa mattina avevo solo un euro in moneta, ho preso un caffè alle macchinette mi son rimasti cinquanta centesimi. Tornando a casa ho fatto la spesa, dal macellaio il resto erano trenta centesimi, non è stato lui, a un banco ho speso quattro euro e trenta anche lì non possono avermeli rifilati di resto. Avanza solo il secondo banco frutta verdura. Comunque sia, lì non ci comprerò più, avran anche della bella verdura ma per come sono fatta io se la possono tenere tutta e si tengono anche l’augurio che marcisca sui loro banchi. Sto diventando allergica all’imbroglio, piccolo o grande che sia, quando lo vedo ho proprio la liberazione di tanta di quella istamina che tra un po’, se vado avanti a sensibilizzarmi, l’antistamico mi farà un cippa. Bisognerà girare con il cortisone in borsa.

venerdì 19 aprile 2013

fino a che non inizia ad appassirti la pelle delle dita


C’è chi preferisce far la doccia e chi preferisce fare il bagno. Io sono decisamente una da bagno, senza ma e senza dipende. La doccia è stata, per me, sinonimo di campeggio e poi, invecchiando, di albergo. Il bagno è sinonimo di casa. È un modo di far due cose insieme ma con calma, lavarmi e pensare indisturbata. Perdermi proprio nei miei pensieri. E poi il bagno è capace di lavarmi via la stanchezza e anche, spesso, il nervoso. A Genova ho cambiato casa tante volte prima che iniziassimo ad abitare qua e in tutte c’è sempre stata una vasca da bagno, mai preso in considerazione di affittare un appartamento che avesse un bagno senza la vasca. Sarà anche poco ecologico, sarà anche che si consuma più acqua, ché lo so: l’acqua è un bene prezioso che dobbiamo imparare a non sprecare ma vuoi mettere immergersi e star lì fino a che diventa fredda o inizia ad appassirti la pelle delle dita?

giovedì 18 aprile 2013

perché


Oggi il mio capo, uno dei miei capi, mi ha mandato una mail con un articolo allegato e il testo della mail mi consigliava di leggere l’articolo attentamente. Ecco, ho pensato, mi son distratta e ho perso uno di quegli articoli che dovrei aver visto, letto e studiato. È che non riesco a far tutto e sono due settimane che non controllo che cosa è uscito. Non leggo neppure i titoli, uffa, ci vorrebbero le giornate più lungo (o una maggior capacità di organizzarsi, ma a questa età la vedo difficile). Poi ho scaricato l’articolo allegato, ho letto il titolo (Why Don’t Men Understand Women? Altered Neural Networks for Reading the Language of Male and Female Eyes) e pensavo fosse uno scherzo. E invece no. Non è uno scherzo, è proprio uscito (e si trova qua: http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0060278)
Però adesso non so se ho voglia di continuare a leggerlo, mi sa che torno in compagnia de La famiglia Karnowski anche questa sera.

domenica 14 aprile 2013

regalo


il regalo di una pianta 
(e potrebbero essercene altri due in arrivo)

ballerine


Questa mattina, per strada, davanti a me, camminavano una mamma e due bambine. Identiche da far fin impressione, sembrava di aver davanti una matrioska senza un pezzo. Ad essere precisi la mamma camminava per strada, le due bambine sul marciapiede. Anch’io ero sul marciapiede subito dietro e dopo aver notato la somiglianza di quelle tre donne, due molto giovani, mi sono messa ad ascoltare. La mamma diceva alla bambina più piccola che era caso di tornare a casa e mettere le scarpe da ginnastica che lei con le ballerine non sapeva camminare. La bambina non ne voleva sapere, la sorella era della stessa idea ché di tornare a casa non ne aveva voglia. La bambina più piccola, per dimostrare alla mamma che non era vero che lei con le ballerine non ci sapeva camminare, faceva anche dei saltini. Era molto contenta delle sue scarpe nuove. A un certo ponto ha detto alla mamma Son più belle queste di quelle che avevo prima. La mamma le ha risposto Le altre, quelle che avevi quando andavi all’asilo, non le perdevi perché avevano l’elastico. Poi la mamma si è accorta di me e ha chiesto alle figlie di lasciarmi passare, Non si preoccupi non ho fretta le ho detto sorridendo. La bambina più piccola si è voltata e mi ha guardato serissima così mi è venuto da dirle Son proprio belle le tue ballerine, sei molto elegante. Era tanto che non vedevo un sorriso del genere.

sabato 13 aprile 2013

come in una nebbia


Viveva come in una nebbia, come nella stazione di una città straniera dove il viaggiatore deve passare un po’ di tempo, incrociare sconosciuti, ma ha fretta di lasciare per ritrovarsi a casa. Senza sapere nemmeno lei che cosa, aspettava, in attesa di un miracolo.
La famiglia Karnowski – I.J. Singer – trad. A.L. Callow - pag. 210

mercoledì 10 aprile 2013

Mozzarello (2)

fierezza felina

martedì 9 aprile 2013

esportazione


Questa sera abbiamo chiamato il pizzaiolo e gli abbiamo chiesto se esportava una ortolana fino a casa nostra. Dopo più di quaranta minuti un ragazzo ha suonato alla porta, sfidato una pantera, di modeste dimensioni ma pur sempre un ferocissimo felino, e ci ha consegnato la pizza.

sabato 6 aprile 2013

Mozzarello


Ieri sera io e il nuovo peloso che abita con noi da alcuni giorni abbiamo parlato. Me lo sono messa sulla pancia Mozzarello, gli ho detto, te ed io dobbiamo chiarirci ché così non va bene. Lui si è offeso Sono un gatto nero, come mi hai chiamato? Sono arrabbiata, gli ho risposto, e quando sono molto arrabbiata colpisco, guarda che posso fare di meglio senza troppi sforzi. Scolta, io sono per dire le cose prima che prendano delle pieghe difficili da cambiare. Sei giovanissimo, ho continuato, hai solo dieci mesi e io non so come sei stato abituato fino ad adesso ma in questa casa ci sono delle cose che chi abita qua deve fare. Lui mi guardava perplesso ma io ero decisa e quando mi decido c’è poco da fare, vado avanti finché mi lasciano andare avanti. Lui non graffiava, ha iniziato a fissarmi negli occhi, io ricambiavo lo sguardo e continuavo a parlare. La sera prima di andare a dormire ci si dà la buona notte e la mattina, quando ci si sveglia ci si dà il buon giorno. Non è solo educazione e che in questa casa non si dividono solo gli spazi. Io quando esco per andare a lavorare ti saluto e ti faccio due frasche, tu quando torno mi saluti. E poi c’è anche un’altra cosa che proprio non va bene, devi capire la differenza che c’è tra la tua sabbia e la terra delle mie piante. I tuoi bisogni li fai nella tua cassetta e non venirmi a dire che vuoi concimare le mie piante perché non son nata ieri e tu non sei il primo gatto che vive con me. Bon mi sembra di essere stata chiara, te pensaci poi domani mi dici che cosa ne pensi.
E oggi ho pulito casa in compagnia di un gatto che mi seguiva ovunque, giocava con il mocio, annusa qualsiasi cosa, faceva le fusa, gli otto tra le gambe quando mettevo su il caffè. Poi ci siamo fatti anche un due ore sul divano insieme, lui dormiva e io leggevo. È presto per dirlo ma mi sa che potremmo diventare amici.

venerdì 5 aprile 2013

un sogno nerd


Ieri notte ho fatto un sogno stranissimo. Parecchio nerd. Ero in riva al mare a vedere dei fuochi artificiali e più li guardavo più vedevo che erano insiemi di immunoglobuline. Esplosioni di immunoglobuline di tutti i colori. Venivan su tutte insieme e poi quando esplodevano si vedevano bene che erano Ig, per lo più IgG. Verso la fine, come succede ogni volta che ci sono i fuochi, c’erano esplosioni simultanee e allora si vedevano anche dei fuochi di IgM. Quelli erano ancora più colorati perché la catena J era di colore differente da quelli delle catene pesanti e leggere. Vabbè, per ora non mi preoccupo e archivio il tutto pensando che ieri ero proprio contenta e allora un sogno nerd ci stava tutto.

giovedì 4 aprile 2013

piacere Songino


Io oggi avevo voglia di cenare bene e allora ho vinto la pigrizia e anche se era tardi, pioveva che dio la mandava e avevo voglia di andarmene a casa, mi sono fatta la deviazione al mercato. Fesa di tacchino, pomodorini, sarzetto e fragole. Il bianco era in frigo che mi aspettava, quello è difficile che manchi. Arrivata a casa ho lavato frutta e verdura, tagliato le fragole, spremuto due arance, tolto le radici al sarzetto che è il motivo per il quale lo prendo poche volte (sì, son pigra e molto). Abbiamo cenato proprio bene. E adesso mi è venuto in mente che arrivata qua io il sarzetto lo chiamavo grassello e non mi capivano, e mi sa che quell’insalata lì si chiami in realtà songino anche se non ho mai conosciuto nessuno che la chiama così.

mercoledì 3 aprile 2013

un cortile





In una delle libreria che preferisco (non so da quanto, era da luglio che non ci entravo) adesso c’è anche un cortile con delle sedie e tu poi prenderti dei libri e andare lì a sfogliarli, a leggerteli delle pagine a caso. Ci hanno messo anche delle piante. Le sedie però, ad essere sincera, non sono un granché comode.

martedì 2 aprile 2013

Conte (forse)


Sono tornata a casa e ho trovato un gattino piccolo, avrà circa dieci mesi. È tutto nero e ha gli occhi giallissimi. Non ho mai avuto un gatto tutto nero. Da qualche ora ci stiamo studiando, sembra simpatico. Si chiama Camillo. Camillo è un nome che proprio non mi piace però Daniele ha deciso di lasciargli il suo nome. Mi sa che lo chiamerò Conte. Forse.