lunedì 22 febbraio 2010

è tutta un’altra cosa

Venerdì scorso mi sono iscritta a un congresso che ci sarà dal 20 al 24 aprile a Cavtat, vicino a Dubrovnik, in Croazia. È un congresso proprio sull’argomento sul quale lavoro io dal ’94, facciamo pure dal ‘93. Mi sono fatta convincere da un’amica/collega a mandare l’abstract come presentazione orale e non come poster e adesso sono qua a pensare: ma chi me l’ha fatto fare? Ho appena controllato chi è che presiederà la sessione dove, se mi selezionano, dovrò esporre i miei risultati. Per fortuna è uno che quando parla lo capisco. Mi vengano le macchie sul collo solo a pensarci. Mi conosco, o per lo meno dovrei conoscermi, ma perché mi caccio in situazioni simili? Per me più di tre persone sono una folla, una folla piccola, ma pur sempre una folla. Io vado bene se ai congressi ascolto e poi do la caccia alle persone durante le pause caffè, mentre sono fuori a fumarsi una sigaretta, a tu per tu riesco a parlare, posso quasi tenere una conversazione in pseudoinglese se realmente lo desidero. Con un microfono davanti e un pointer in mano (in due mani, ché almeno le probabilità che vada dove voglio aumentano) è tutta un’altra cosa.

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