giovedì 31 luglio 2014

7 - c'era l'acqua


Oggi in piazza c’era l’acqua. Me ne sono stata un po’ lì a guardare chi ci passeggiava dentro anche se si poteva benissimo evitare di farlo. C’erano tante coppie in piazza oggi, come sempre, e ho notato che c’erano dei lui che mandavano la loro lei a sguazzare nell’acqua e le lei sorridenti ci andavano e si facevano fotografare. Non ho visto il contrario. La cosa più bella era stare a guardare i bambini. Una bambina ci andava con il monopattino. Sembrava una piccola Mosè che apriva le acque. Poi, ad andare in giro, ho rischiato di perdermi, prendevo per un percorso che avevo in testa, trovavo l’acqua e cambiavo percorso, poi ritrovavo l’acqua e cambiavo ancora e poi ancora. Dopo basta, non ho più trovato l’acqua e sono andata dove volevo e quando son tornata indietro la piazza era asciutta. Meno male ho pensato, povera Basilica, almeno passa bene la serata. 

mercoledì 30 luglio 2014

6 - dogaressa


Io oggi sono stata a Palazzo Mocenigo, ci ho messo un po’ a trovarlo ma poi alla fine l’ho trovato. E adesso, ripensandoci, mi è venuto in mente che a me, se dovessi rinascere, piacerebbe rinascere Dogaressa nel Settecento. A Venezia. 

martedì 29 luglio 2014

5 - sulle doppie


Secondo me ci sono delle doppie che proprio non hanno ragione di esistere, non si cambiano i nomi propri (si dice nomi propri anche se si parla di strade, vie, piazze, calli, campi?), e poi perché? per seguire delle regole grammaticali italiane? E, sempre secondo me, ci sono delle doppie che oltre a non aver nessunissima ragione di esistere cambiano anche il significato alle parole. Terrà a me in italiano (perché penso che nella sua testa l’idea fosse quella, cambiare la lingua delle scritte) sembra tanto il futuro di tenere e neppure lontanamente mi ricorda il participio passato di interrare. Ma forse son io ché ogni volta che mi cade l’occhio su quei cambiamenti privi di senso scrollo la testa neanche fossi un cane bagnato. Mi piacerebbe tanto sapere che cosa passa(va) per la testa del sindaco e di chi lavora con lui. E poi oggi ho scoperto che quest’estate non c’è il cinema all’aperto in campo San Polo, È uno dei regali del sindaco, mi ha detto il barista a cui ho chiesto perché non vedevo lo schermo montato in campo. Poi va tu a sapere magari gli ha cambiato nome e adesso è campo San Paolo. Domani controllo, sempre che mi ricordi. 
(le foto non sono ritoccate e i punti neri son lì davvero)

lunedì 28 luglio 2014

4 - tre cose


Tre cose che ho visto oggi
Il Giudizio di Paride (Botticelli e Aiuti), tutte e quattro le persone dipinte avevano ai piedi delle infradito, la cosa mi ha sorpreso molto, quelle maschili continuavano con una specie di calzino che arrivava a metà polpaccio, nella stessa opera c’era anche una capra che si grattava un orecchio con la zampa posteriore, era una posizione che mi ricordava quella dei cani ma io le capre le ho frequentate poco, magari si grattano così anche loro.
San Tommaso d’Aquino (Beato Angelico) che se ne stava su delle nuvolette che sembravano degli scaffalini, o dei gradini, azzurri.
San Giovanni Evangelista assunto in cielo (Taddeo Gaddi). Questa è stata, per me, la cosa più bella che c’era in quella collezione. San Giovanni spiccava una specie di salto in diagonale, con le braccia in alto, un po’ tipo Superman ma con tutte e due le braccia alte, e nell’angolo in alto, sopra le sue braccia, c’erano degli angeli che gli prendevano le mani come ad aiutarlo in quella ascesa. E tu va a sapere perché ma a me quel gesto d’accoglienza ha commosso. 

domenica 27 luglio 2014

3 - gocce


Tra le cose che ho visto oggi camminando c’era anche questa. Chi l’ha fatta si chiama Enrico Benetta e l’ha chiamata Sublimazioni e anche Riflessi d’acqua. Sul cartello c’era scritto Nove goccie in acciaio. A me il plurale di goccia vien da scriverlo senza la i, si vede che si può fare in tutti i due i modi, ho pensato.

2 - se


sabato 26 luglio 2014

1 - ben tornata


Quant’acqua è venuta giù oggi. Fuori dalla stazione c’era questo muretto d’acqua e io lo guardavo, guardavo il canale, sentivo il suo odore, iniziavo a sentire i rumori e i silenzi che ci sono solo qua e tutto era come sotto una coperta d’acqua che veniva giù dal cielo. Poi mi sono decisa, sono uscita dal riparo della stazione, sono andata a prendere il vaporetto, anche se è lì davanti mi sembrava una impresa perché per terra c’erano delle piccole piscine da attraversare. Poi sul vaporetto non son riuscita a star fuori e godermi il panorama perché un vestito fresco lino tiene parecchio frescolino da bagnato, son stata dentro. E tutto il pomeriggio è stato così, muri d’acqua e poi niente, poi un muro d’acqua e poi niente di nuovo. Sono andata a fare un po’ di spesa, sono andata alla Cooppina vicina a casa, dal panettiere e dal fruttivendolo. Il fruttivendolo quando mi ha dato la spesa mi ha detto Non la metta via così, la asciughi prima. E io son tornata a casa contenta, ho asciugato pesche, limoni, pomodori e melanzane e li ho messi in frigo. E lo so che è stupido ma a me quella gentilezza è sembrato un ben tornata.