domenica 11 marzo 2012

un pensiero arrivato tra i vasi

Per una strana coincidenza sto leggendo due libri(*) che hanno in qualche modo a che fare con la traduzione. Non mi capita spesso di leggere due libri contemporaneamente, che poi non è che sia proprio contemporaneamente perché in realtà se leggo uno non sto leggendo l’altro, andrebbe meglio dire iniziare un secondo libro senza aver finito quello che leggevo ma con l’idea di finirlo. Va be’, comunque sia ‘sto pomeriggio, mentre rinvasavo le piante sopravvissute alle gelate di quest’inverno, mi son ritrovata a pensare alla responsabilità che chi traduce ha nei confronti non solo del testo che sta traducendo e dell’autore che ha scritto il testo che sta traducendo ma anche di tutti coloro che prenderanno quella traduzione in mano perché non hanno altra possibilità se non affidarsi ciecamente a quel lavoro. E poi pensavo a come sarebbe triste se non ci fosse chi traduce, se ogni lettore, che non ha possibilità di leggere se non nella sua lingua, fosse costretto dalla propria ignoranza a leggere solo autori che scrivono nella sua stessa lingua.
(*)Un cuore così bianco Javier Marias, Bar Atlantic Bruno Osimo

2 commenti:

Randa ha detto...

I traduttori sono così importanti che quelli bravi si meriterebbero il nome sulle copertine dei libri che traducono, in un corpo appena più piccolo di quello dell'autore.

Randa

latteaigomiti ha detto...

@Randa: anche secondo me.